Zero Iva sul cibo e taglio sui prodotti di prima necessità è la proposta giusta e necessaria per affrontare il caro vita. La corsa dei prezzi dei beni al consumo, infatti, non rallenta. E l’inflazione, il primo effetto collaterale della guerra in Ucraina, sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Una situazione aggravata dalla siccità e dal maltempo che sia in Italia sia in altri paesi europei hanno danneggiato e dimezzato i raccolti.
Zero Iva sugli alimenti, boom costo del carrello della spesa
L’inflazione è un problema europeo. Come lo è stata prima la pandemia e dopo il conflitto russo-ucraino, a seguito del quale è accelerato il rialzo dei prezzi delle materie prime iniziato nel 2021 tra cui gas naturale, petrolio e generi alimentari come mais, grano, semi di girasole, orzo, farro, riso.
In base ai dati Eurostat, in Europa l’inflazione è tra le più elevate mai registrate: oltre l’8% su base annua. E paesi europei, quali Grecia, Spagna e Belgio hanno raggiunto il 10%. Vicina alla inflazione a due cifre c’è anche la Germania, mentre resta un pò più contenuta in Francia. Anche l’Italia è colpita duramente dal rincaro dei prezzi. Nel mese di luglio, l’inflazione è arrivata al 7,9% riguardando il cosiddetto ‘carrello della spesa’ che segna al momento un +9,1% per i generi alimentari e i prodotti per la cura della persona.
La duplice crisi: aziende e famiglie
L’esplosione del costo dell’energia ha un impatto devastante sulla filiera agroalimentare, dal campo alla tavola. Inoltre, la siccità ha devastato i raccolti, con perdite stimate in 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione totale. Secondo Coldiretti, più di 1 azienda agricola su 10, il 13% di quelle attive, è in una situazione molto critica; le perdite rischiano di farle chiudere per sempre. Oltre 1/3 del totale delle imprese del settore invece (34%) lavora da mesi in perdita a causa del boom dei prezzi – mangimi, fertilizzanti, gasolio ma soprattutto gas e luce.
L’inflazione rischia di mettere in ginocchio le nostre imprese dell’agroalimentare e non nel lungo periodo, ma per le famiglie per riempire il carrello della spesa è più caro: 564 euro in più rispetto allo scorso anno. Per acquistare pane, pasta e riso spendono 115 euro in più del 2021; ma i prezzi lievitano anche per altri generi alimentari tipici, tra cui carne, salumi (+98 euro) e verdure (+81 euro). Seguono il latte, i formaggi, le uova, il pesce e l’olio. Una condizione che mette in difficoltà tutti i consumatori e soprattutto le persone con redditi più bassi che destinano la maggior parte del proprio reddito alla semplice sussistenza.
Sia i dati della Coldiretti sia quelli dell’Eurostat confermano un aumento della povertà in Italia e il rischio per 2,6 milioni di persone in autunno di non riuscire a fare la spesa. Il preludio di una crisi alimentare nazionale che non possiamo ignorare.
Zero Iva sugli alimenti anche a livello europeo
Partendo dall’azzeramento dell’Iva sul cibo, possiamo aiutare le famiglie a fronteggiare la seconda metà del 2022 che si prevede difficile sotto diversi punti di vista. La proposta di azzerare l’imposta sui prodotti alimentari era stata avanzata a a marzo dalla Commissione europea, mentre si consigliava ai governi nazionali di ridurre l’Iva sulle bollette della luce e del gas e di tagliare le accise sul gasolio. Credo che sia importante però che questa nostra proposta, nata sicuramente per rispondere all’emergenza, possa trovare lo spazio necessario per trasformarsi in una misura strutturale.
Al Parlamento europeo, lavorando alla Strategia Farm to Fork – dal produttore al consumatore, ho detto sì alla proposta di azzerare l’Iva sui prodotti alimentari a livello europeo. In modo particolare, partendo dalla frutta, dalla verdura e dai beni che rendono salubre la nostra dieta. In questo modo, avremmo garantito a tutti, alle famiglie con redditi medio-bassi l’accesso ai generi alimentari di prima necessità. Ma anche promosso il buon cibo, meglio ancora se ‘made in Italy’. Con l’aumento dei poveri, l’azzeramento dell’Iva sul cibo dovrebbe essere una priorità. E il taglio delle aliquote ridotte su tutta una serie di altri alimenti un intervento successivo per evitare che, con i rincari d’autunno, più persone e più famiglie siano costrette a chiedere aiuto anche solo per mettere un pasto completo in tavola.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto. Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.