VERSO UN’EUROPA DI TUTTI: CON SERIETA’ MA SENZA RIGORISMO

Europa
Gentile Direttore,
alcune settimane fa, sulle pagine del suo giornale, ho avuto l’opportunità di commentare una serie di dichiarazioni, a mio avviso sconsiderate, del Commissario Valdis Dombrovskis che auspicava un pronto ritorno ai meccanismi di governance macroeconomica previsti dal Patto di stabilità e crescita.
E’ invece notizia di ieri che la Commissione Europea proporrà ai governi nazionali riuniti in Consiglio di mantenere l’attivazione della clausola di salvaguardia, ossia quella che congela il patto di stabilità, per tutto il 2022. E’ un messaggio politico fortissimo quello annunciato da Commissario Paolo Gentiloni perché per l’ennesima volta dallo scoppio della pandemia la linea dei falchi rigoristi è stata battuta. Ormai questo fatto non fa quasi più notizia, sta diventando una regola, evidentemente perchè qualcosa sta davvero cambiando a Bruxelles.
Per me, che vivo con grande senso di responsabilità il mio ruolo di europarlamentare, questo fondamentale cambio di passo rappresenta un forte segno di speranza che conferma la bontà delle battaglie fatte in questi mesi dal M5S, nel nome di un europeismo critico che punta a ribaltare l’ordine precostituito pre pandemia delle priorità politiche dell’Unione.
Sono più che mai convinta che il nostro Paese avrà la capacità non solo di prendersi cura della “casa comune”, termine molto caro al Santo Padre, ma anche di avviare un nuovo umanesimo che veda la persona al centro di ogni processo e con essa la riscoperta della politica nella sua vera missione, che è quella di prendersi cura di ciascuno, soprattutto degli ultimi e dei più vulnerabili.
Credo che il Consiglio Europeo, a questo punto, non potrà più tirarsi indietro e a noi parlamentari europei toccherà, più che mai ora, il compito di svolgere il nostro dovere di avanguardia nel dibattito interistituzionale, per riscrivere le regole europee della convivenza collettiva che inseriscano gli obiettivi ambientali e sociali alla stregua di quelli macroeconomici.
E se anche lo stesso Commissario Dombrovskis, proprio nella conferenza stampa di ieri in cui si annunciavano le nuove misure, ha aperto alla possibilità di una revisione delle regole di governance, vuol dire che il momento di passare da “un’Europa per pochi” a “un’Europa di tutti” è finalmente arrivato, e tutti noi che occupiamo ruoli di responsabilità a Bruxelles dobbiamo sentire il dovere di non mancare questo appuntamento con la Storia.
Contenuto pubblicato su Avvenire il 04.03.2021