Il governo italiano ha utilizzato la Golden Power per bloccare l’acquisizione della Verisem da parte delle multinazionali cinesi ChemChina e Cic.
Azienda italo-statunitense leader mondiale nella produzione delle sementi, la Verisem è strategica per la biodiversità, la sovranità alimentare e per l’unicità e l’eccellenza rappresentate soprattutto dal made in Italy.
Verisem, perché è importante che resti italiana
L’azienda, fondata nel 1974 con il nome di Suba srl, si specializza nella produzione locale di semi. Dopo anni di crescita, acquisizioni ed espansione in Asia ed Europa, la società passa nelle mani del fondo italiano Quadrivio. Fino al 2015, quando viene rilevata dalla statunitense Psp (Paine Schwarts and Partner) che nel 2017 la ribattezza «Verisem».
Il ricco patrimonio di sementi prodotto dall’azienda fa gola al mercato cinese che si fa subito avanti quando la proprietà americana decide di vendere.
Il valore complessivo dell’operazione è stato stimato in 200 milioni di euro. Nei mesi scorsi non si sono fatti avanti acquirenti capaci di offrire la stessa cifra, ad eccezione delle cinesi ChemChina e Cic. E così il destino della Verisem sembrava essere già scritto.
Sono soddisfatta che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, abbiano assieme deciso di utilizzare i poteri speciali.
Questa scelta infatti ha permesso di tutelare un asset fondamentale per il settore agroalimentare italiano ed europeo.
Peraltro, la Golden Power del governo italiano rappresenta un precedente importante.
Primo perché non è mai stato utilizzato nel settore agricolo sempre più importante soprattutto per realizzare la transizione ecologica.
Secondo, perché oggi rispetto al passato l’Unione europea non ha valutato questa azione come “aiuto di Stato”. Vietato dalle norme sulla libera concorrenza del mercato interno.
L’aspetto cruciale nella vicenda della Verisem è che se l’acquisizione fosse andata in porto, la Cina avrebbe ottenuto il monopolio mondiale sui semi di ortaggi ed erbe aromatiche ed avrebbe indebolito la sovranità alimentare dell’Unione.
Golden Power, l’azione italiana e la reazione dell’UE
Con la Golden Power, introdotta in Italia nel 2012, lo Stato può esercitare “poteri speciali” per proteggere tutte quelle società che svolgono attività economiche che hanno una rilevanza strategica.
Il governo italiano può imporre condizioni d’acquisto delle partecipazioni. Oppure, in extrema ratio, porre un veto all’adozione di operazioni straordinarie o di particolare rilevanza che compromettono gli interessi nazionali.
Il diritto comunitario regola l’esercizio della Golden Power. Ed è importante che essa non crei discriminazioni e che i governi nazionali condividano ragioni obiettive di interesse generale. Con l’obbligo di renderle pubbliche.
Credo sia molto importante il fatto che la Commissione europea al momento non abbia inviato alcun richiamo al governo italiano. Un silenzio-assenso che lascia supporre un sostegno indiretto all’azione intrapresa da Draghi e Patuanelli di fatto nell’interesse del settore agricolo nazionale ed europeo.
L’azione del Movimento 5 Stelle in Europa a sostegno di Verisem
Dinanzi al rischio che la Verisem finisse nelle mani dei colossi cinesi, con il sostegno di tutta la delegazione europea del MoVimento Cinque Stelle, ho deciso di presentare nel giugno scorso, una interrogazione parlamentare alla Commissione europea.
Con la quale ho invitato i tecnici di Bruxelles a prendere una posizione sulla necessità di proteggere le aziende strategiche del settore agroalimentare, come la Verisem.
Nella interrogazione ho fatto presente come i grandi gruppi multinazionali dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento alle aziende agricole più piccole. A partire proprio dal settore delle sementi.
Queste realtà imprenditoriali di piccole e medie dimensioni subiscono così una perdita di potere contrattuale che le trascina in oggettive difficoltà economiche e occupazionali.
Ma ho anche spiegato che le conseguenze ambientali e sociali che sarebbero potute scaturire dall’acquisizione della Verisem da parte dei cinesi sarebbero state ben più gravi di quelle commerciali.
Dando il via libera a questo tipo di operazioni, l’Unione europea avrebbe perso, assieme al nostro Paese, un inestimabile patrimonio genetico su svariate tipologie di coltura, molte delle quali autoctone, fondamentali per la salvaguardia della biodiversità. E per la tutela dell’identità agroalimentare ed enogastronomica dei territori.
Biodiversità e identità agroalimentare sono indispensabili per dare concretezza alla Strategia Farm to Fork – dal produttore al consumatore e così al Green Deal europeo.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
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