L’Italia ha ricevuto oggi una ulteriore tranche del prestito SURE. Lo strumento di sostegno temporaneo nato per attenuare i rischi legati alla disoccupazione.
La perdita dei posti di lavoro sarebbe potuta esplodere dopo la pandemia. SURE, pensato per attutire le conseguenze negative sul mercato del lavoro, ha impedito il disastro occupazionale.
L’erogazione di ulteriori 3.9 miliardi di euro, dopo i 10 miliardi già ottenuti, dimostra che siamo sulla buona strada per costruire un’Europa solidale.
Tuttavia dobbiamo impegnarci per percorrere l’ultimo miglio di questo processo di cambiamento. Trasformiamo SURE in uno strumento permanente che sostenga in modo concreto lavoratori e imprenditori nei momenti di difficoltà.
Ora il governo italiano può pagare le indennità per lavoratori autonomi e liberi professionisti. Sostenere le misure per i lavoratori del settore dello spettacolo, agricolo, i collaboratori sportivi e i lavoratori domestici.
Inoltre, SURE copre il bonus per servizi di baby-sitting aiutando moltissime famiglie in questo periodo difficilissimo.
Sure, il successo delle obbligazioni emesse dalla Commissione Ue
Lo strumento, adottato prima del Next Generation Eu, è stato l’apripista per l’affermazione di un debito comune europeo.
Il primo collocamento sul mercato delle obbligazioni sociali emesse dalla Commissione europea si è rivelato un successo.
La prima tranche pari a 17 miliardi di euro ha ottenuto una domanda di acquisto 13 volte superiore a quella stimata rispetto alla offerta di “bond” emessi.
A gennaio 2021, l’Unione europea ha festeggiato lo stesso successo, per i 14 miliardi di euro emessi dalla Commissione.
Arrivata alla quarta emissione obbligazionaria, tra la fine di ottobre e la fine di novembre del 2020 si sono svolte la seconda e la terza, SURE ha coperto i costi legati alla cassa integrazione ed altre misure analoghe durante il lockdown.
Il vantaggio di SURE è che ha permesso agli Stati membri, 15 in totale, di risparmiare risorse pubbliche grazie ai tassi di interesse negativi, applicati dalla Commissione.