La bozza presentata oggi al Parlamento europeo sulla direttiva sul salario minimo da parte dei due relatori, gli europarlamentari Dennis Radtke (PPE) e Agnes Jongerius (S&D), presenta molti passi avanti rispetto alla prima versione della Commissione europea.
Molte proposte del Movimento 5 Stelle sono state accolte: da una definizione chiara di salario giusto e dignitoso all’aumento della copertura della contrattazione collettiva dal 70% al 90%, dall’introduzione del criterio vincolante pari al 50% del salario medio e del 60% salario mediano alla cancellazione dei riferimenti alla produttività che avrebbe annacquato la sua efficacia.
Questi elementi qualificanti vanno mantenuti perché rafforzano la tutela dei lavoratori più deboli.
Al Parlamento europeo presenteremo tre ulteriori proposte migliorative: il salario minimo deve essere al di sopra della soglia della povertà relativa, deve garantire la leale concorrenza nel mercato interno e contrastare così il dumping salariale e, infine, occorre stabilire che le aziende che non rispettano le norme sulla contrattazione collettiva previste dalla direttiva non possano accedere ai fondi pubblici o europei.
Solo così, avremo la certezza che il salario minimo diventi quello strumento fondamentale per garantire dignità e equi salari a tutti i lavoratori europei.