La direttiva sul salario minimo approvata oggi, 11 novembre 2021, dalla Commissione Occupazione e Affari Sociali del Parlamento Europeo rappresenta un grande passo in avanti per l’Italia e per l’Europa.
Essa rappresenta uno straordinario strumento di lotta alla povertà lavorativa, e al dumping salariale e alla concorrenza sleale.
Questo voto è una grande vittoria per tutti i lavoratori!
Sono tre i criteri chiave per determinare l’adeguatezza e l’equità dei salari:
- il salario minimo dovrà essere al di sopra del 50% del salario medio e del 60% del salario mediano lordo nazionale;
- dovrà essere al di sopra di una ‘soglia di dignità’ calcolata in base al potere d’acquisto dei salari. Tenendo conto di un paniere di beni e servizi a prezzi reali, comprensivi di IVA e imposte;
- ogni Stato Membro dovrà garantire che almeno l’80% dei lavoratori sia coperto dalla contrattazione collettiva. Nessun paese Ue potrà chiamarsi fuori dalla sua applicazione, dovendo presentare un piano biennale che verrà monitorato anche dal Parlamento Europeo.
Una vittoria anche personale, e di tutto il Movimento 5 Stelle. Ho contribuito con i miei emendamenti al rafforzamento di questa direttiva, rendendola uno straordinario strumento di lotta alla povertà lavorativa, di contrasto ai contratti pirata e di argine contro i vergognosi fenomeni del dumping sociale e delle delocalizzazioni che alimentano la concorrenza sleale nel mercato interno.
Questo primo “si” quindi è una enorme speranza per milioni di lavoratori europei, resta solo l’ultimo passo: l’approvazione in Plenaria del testo fissata per metà dicembre.