La mia intervista sul salario minimo europeo è andata in onda su Radio Roma Sound – Gli inascoltabili, il 21 dicembre scorso.
(DIRE) Roma, 22 dic. – In Italia ci sono circa 400 mila famiglie in stato di povertà, ci sono 3 milioni e mezzo di persone che pur avendo un rapporto di lavoro, non solo non arrivano alla quarta settimana, ma neppure alla terza, perché hanno dei salari che sono assolutamente indecenti.
Allora, il tema di introdurre anche in Italia una legge che stabilisca che al di sotto di una certa cifra non si possa essere pagati perché è sfruttamento, o sicuramente non è lavoro dignitoso, perché una persona non riesce ad avere una vita dignitosa, anche rispetto a quello che dice la nostra Costituzione, l’articolo 36 – è diventato invece un braccio di ferro tra l’opposizione e il governo, su una cosa che invece dovrebbe pacifica. Quale strumento più bello di giustizia sociale, di equità, di dignità se non il salario minimo? Noi in Italia oggi parliamo di salario minimo perché c’è una legge europea.
Il Governo sta tentennando rispetto a una cosa che prima o poi dovrà affrontare. Tutti i parlamenti e i governi nazionali stanno parlando di salario minimo.
È chiaro che, parlando di salario minimo, una legge europea non è che può stabilire una cifra uguale per tutti i Paesi o un sistema unico di retribuzione. Infatti, la legge europea stabilisce tutta una serie di parametri, tra cui c’è anche quello che parla del potere di acquisto dei salari.
Diciamo però che a livello europeo c’è una distinzione: una cosa sono i livelli retributivi delle persone, che tengono conto in quali settori lavorano, le ore lavorate, e quello è un ruolo e un compito della contrattazione collettiva che nel nostro Paese è molto sviluppata. La contrattazione collettiva, quindi, il negoziato tra le parti sociali, diventa lo strumento attraverso il quale si stabilisce la ripartizione della ricchezza nel nostro Paese, quindi i livelli retributivi.
Altra cosa è il salario minimo, che invece è proprio uno strumento di giustizia sociale, con la quale si dice al di sotto di questa cifra nessuno può essere retribuito . E quindi, quali sono le conseguenze per il nostro Paese? È importante che anche nel nostro Paese si affronti il tema della povertà lavorativa che c’è, e quindi lo strumento della legge può da questo punto di vista aiutare moltissimo.
Con tutto ciò che comporta, perché ovviamente nel nostro Paese se parliamo di salario minimo vuol dire anche che forse ci sono dei settori nei quali le persone, sono pagate troppo poco, e quindi anche le parti sociali devono assumersi una loro responsabilità di rivedere il sistema di contrattazione collettiva per ripartire le maggiori ricchezze del nostro Paese.