Il governo Meloni continua a essere sordo alla necessità di introdurre il salario minimo in Italia e continua a dire «no» a tutto senza però proporre alternative valide contro la povertà lavorativa e la precarietà. Le destre hanno deciso infatti di non volersi confrontare con noi in Parlamento, affidando una delega al governo.
Governo che in modo demagogico parla di retribuzione equa ma che cosa voglia dire non è chiaro. Non ci sono tracce di quell’impegno per i 9 euro l’ora né si intravede un orientamento verso contratti realmente rappresentativi delle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici.
Non possiamo accettare mezze misure o soluzioni che non tengano conto dell’esigenza di garantire a ogni lavoratore e lavoratrice una paga che non sia solo proporzionata, ma anche e soprattutto dignitosa per vivere.
Il salario minimo è l’unica soluzione possibile per fermare il fenomeno del lavoro povero, le disparità salariali tra uomo e donna, i contratti pirata e l’assenza di diritti e di tutele adeguate per una parte dei nostri lavoratori e delle nostre lavoratrici.
Non è pensabile immaginare un futuro migliore senza lavoro di qualità.
Come sapete, ho da poco pubblicato un libro in cui racconto il grande lavoro che abbiamo fatto in Europa per arrivare alla direttiva sui salari minimi adeguati. Una direttiva che anche l’Italia ha il dovere di recepire entro i termini previsti dai Trattati per non incorrere nella procedura di infrazione.
Il mio viaggio tra i circoli del Partito Democratico e i territori continua. Ed è ogni volta una grande soddisfazione per me incontrare i militanti, i cittadini e le cittadine e gli amministratori locali che si interrogano sul problema della povertà lavorativa.
Con il mio libro e questo giro sui territori dunque porto avanti una battaglia sociale e di giustizia sociale che deve continuare, deve arrivare fino in fondo, perchè è il nostro faro contro le destre che oltre al danno, barricandosi dietro rinvii e disinformazione, beffeggiano poveri, fragili, lavoratori e lavoratrici.
Nostri il dovere e la responsabilità politica come Partito Democratico e come Progressisti in Italia e in Europa di andare avanti.