Ci auguriamo che il Consiglio europeo, che si riunisce a Bruxelles oggi e domani, sposi la posizione del governo italiano sugli obiettivi ambientali.
La necessità di una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 è un obiettivo minimo per scongiurare una catastrofe climatica, tanto più che gli scienziati delle Nazioni Unite chiedono di fare di più e di intensificare gli sforzi. Il loro appello non va ignorato e, di conseguenza, l’Unione europea deve sostenere gli sforzi degli Stati membri creando le condizioni per nuovi spazi fiscali consentiti a livello dei bilanci nazionali.
Tutti i Paesi devono contribuire alla riduzione delle emissioni, in proporzione ai loro abitanti e non alla loro capacità economica. È imprenscindibile dunque lo scorporo degli investimenti verdi dal calcolo del deficit di bilancio, una misura che aiuterebbe certamente il raggiungimento dei target climatici e la transizione verde necessaria a salvare il nostro Pianeta.
L’Italia, grazie all’impulso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, farà sicuramente la sua parte, non a caso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza la componente ‘green’ è la più consistente e assorbirà 74,3 dei 196 miliardi.