La presidenza francese si è conclusa il 30 giugno scorso, senza l’avvio della discussione sulla Riforma dei Trattati europei. Il 9 giugno il Parlamento europeo ha chiesto ai Capi di Stato e di governo dei 27 paesi membri di istituire a tal fine una convenzione.
Dal 1° luglio spetterà alla Repubblica Ceca guidare l’agenda politica europea in un contesto socio economico particolarmente difficile. La guerra in Ucraina prosegue ininterrottamente da oltre 140 giorni, con ripercussioni sull’economia mondiale. L’Unione europea è alle prese con una crisi energetica senza precedenti e un’inflazione record. Entrambe rischiano di vanificare gli sforzi fatti per la ripresa, dopo due anni e mezzo dominati dalla pandemia di Covid-19.
Nella settimana di Plenaria a Strasburgo, che si è svolta dal 4 al 7 luglio, il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, ha illustrato le priorità della sua presidenza che si concluderà il 31 dicembre 2022. Fiala dirigerà le riunioni del Consiglio e dovrà dimostrarsi all’altezza delle sfide che ci aspettano, soprattutto, nei mesi autunnali quando, gli strascichi dell’emergenza sanitaria e la crisi russo-ucraina, potrebbero mettere in seria difficoltà le famiglie e le imprese europee.
Pietr Fiala, 57 anni, è oggi il leader del Partito Civico Democratico (Ods) e della coalizione di centro destra che ha vinto le scorse elezioni, archiviando il governo guidato dall’ex primo ministro del Partito Comunista, Andrej Babis. Fiala ha alle spalle sei mesi di presidenza francese, segnata, ad appena un mese e mezzo dal suo avvio, dall’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina. Nonostante tutto, credo che la presidenza francese sia riuscita a ottenere importanti risultati.
La legge europea sul salario minimo
Siamo riusciti a raggiungere un accordo importante su una misura volta, non solo, a restituire dignità ai lavoratori e alle lavoratrici europee, ma anche, a garantire la concorrenza leale tra le imprese che operano nel mercato interno europeo contro dumping sociale e salariale.
Fit for 55, Web e parità salariale
Nonostante la crisi in Ucraina e i suoi effetti sul mercato dell’energia, la Francia ha chiuso il capitolo del Pacchetto ‘Fit for 55’. Testo che sembrava invece destinato ad arenarsi dopo lo strappo in Parlamento. Inoltre, la presidenza francese ha incassato il via libera su due provvedimenti riguardanti il mondo del web e il ruolo delle Big Tech a tutela della concorrenza, dei dati personali, contro la disinformazione e le fake news. Durante la presidenza francese, l’UE ha approvato anche la legge sulla trasparenza retributiva per garantire ‘uguale salario per uguale lavoro’ tra donne e uomini.
Bilancio positivo ma avvio riforma dei Trattati occasione mancata
Insomma, un bilancio positivo che purtroppo sconta una mancanza. Nel discorso di avvio della presidenza, Emmanuel Macron, aveva indicato tra le priorità europee la riforma dei Trattati. Dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa è emersa la richiesta dei cittadini di modificare i meccanismi che attualmente regolano i processi decisionali dell’Unione europea e il Parlamento UE non ha perso tempo approvando una risoluzione.
La presidenza francese, scontrandosi con il ‘no’ di 13 Stati membri, non è riuscita ad avviare la discussione sulle raccomandazioni di modifica dei Trattati approvate dalla Conferenza sul futuro dell’Europa. Uno dei punti cruciali resta il superamento del voto all’unanimità in Consiglio. Unanimità particolarmente vantaggiosa per alcuni paesi europei che possono far valere le loro ragioni, rallentando allo stesso tempo l’adozione di decisioni e provvedimenti, che in contesti emergenziali o eccezionali, generano una forte disillusione nei cittadini sulla capacità dell’UE di agire e dare risposte.
Basta con i veti, nuovi processi decisionali
Ritengo che le divisioni che ancora permangono in Europa sulla riforma dei Trattati andrebbero affrontate al più presto. Non solo perché ce lo chiedono gli stessi cittadini europei che hanno partecipato alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, con idee e proposte di cambiamento; ma anche perché nella situazione attuale, e in quella straordinaria creatasi con lo scoppio della pandemia di Covid-19, avremmo bisogno di un’Europa che fornisca soluzioni politiche rapide, anche con una visione di lungo periodo. Come è avvenuto col Next Generation Eu.
Ripensare i processi decisionali in Europa, partendo dal superamento dell’unanimità in Consiglio, è fondamentale per la costruzione di una nuova Unione, nella quale sia forte la condivisione dei rischi e delle opportunità. Un aspetto questo che credo si renda indispensabile se vogliamo affrontare bene la crisi energetica e la guerra in Ucraina.
Con sei pacchetti di sanzioni e la messa a punto di piani di breve e lungo periodo quali il RePowerEu (e non solo) oppure l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per accogliere un numero mai visto prima di rifugiati, l’UE è stata capace, in parte, di compiere scelte precise che la rendono più resiliente alle minacce interne ed esterne.
Riforma dei Trattati con la presidenza Ceca?
La Repubblica Ceca è uno dei quattro paesi che costituiscono il cosiddetto Gruppo di Visegrad. Un’alleanza di natura politica e culturale, di cui fanno parte anche Polonia, Slovacchia e Ungheria. Proprio grazie al voto all’unanimità, il gruppo di Visegrad ha bloccato spesso decisioni europee che avrebbero minato molte delle loro politiche di stampo nazionalista, soprattutto, sul tema dei flussi migratori e del rispetto dello Stato di diritto. Nei prossimi mesi non possiamo escludere che la Repubblica Ceca voglia dare più spazio ai paesi dell’Est Europa. Ora più che mai con la guerra in Ucraina che li vede in prima linea sull’accoglienza dei profughi e sulla questione dell’indipendenza energetica dalle fonti russe.
Rivolgendosi al Parlamento europeo, non a caso, Fiala ha sottolineato l’enorme sforzo compiuto finora dal suo paese con i rifugiati ucraini. Ha ricordato alla presidente della Commissione UE, von der Leyen e al presidente del Consiglio UE, Charles Michel, di avere accolto un numero elevato di donne, giovani e bambini in fuga dalla guerra rapportato alla popolazione residente. Inoltre, sul taglio alle importazioni di gas naturale dalla Russia, il primo ministro ceco ha dichiarato che il suo paese e quelli dell’Est Europa dipendono per il 90% dalle forniture di Mosca e che l’UE chiede loro uno sforzo non paragonabile a quello che dovranno compiere gli altri Stati europei.
In generale, Fiala, parlando dell’Europa come compito e indicando tre parole chiave – Rethink, Rebuild, Repower – ha condotto un discorso moderato, con un occhio puntato a Est e vago sulla riforma dei Trattati, alla quale di fatto si oppone.
Priorità della presidenza Ceca
Sono cinque le priorità su cui Praga punta e tre di queste sono direttamente legate al conflitto in Ucraina.
- gestione della crisi dei rifugiati e della ripresa postbellica dell’Ucraina;
- sicurezza energetica;
- rafforzamento delle capacità di difesa dell’Europa e della sicurezza del cyberspazio;
- resilienza strategica dell’economia europea;
- resilienza delle istituzioni democratiche.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
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