Basta con lavoratori e lavoratrici succubi degli algoritmi o dei caporali, privati di diritti, tutele, salari dignitosi e della propria salute e sicurezza. Il testo della direttiva sui lavoratori delle piattaforme, approvato ieri in Commissione straordinaria Occupazione e Affari Sociali del Parlamento europeo, è molto positivo e ho trovato surreale che Lega e Fratelli d’Italia abbiano votato a favore mentre il governo Meloni ha già fatto sapere di volere addirittura indebolirla in seno al Consiglio.
Credo che questo testo rappresenti una conquista storica per centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani ed europei. Con queste norme vogliamo mettere fine al fenomeno dei falsi autonomi avendo fissato il principio di presunzione del lavoro subordinato che lascia alle piattaforme digitali l’onere di dimostrare che la natura del rapporto con il rider o il fattorino non è di natura dipendente ma autonoma.
Questo è un principio a mio avviso tra i più importanti. Che colma un vuoto legislativo nei paesi europei che avranno così l’obbligo di attuare la direttiva eradicando forme sempre più subdole di sfruttamento e caporalato. Trovo molto preoccupante la situazione in alcune città italiane. In un caso su cinque i rider infatti non sono in regola spogliati di ogni forma di tutela del lavoro. Nella morsa del sommerso, di stipendi da fame e costretti alle dipendenze di veri e propri aguzzini.
Il prossimo passo è la direttiva sull’intelligenza artificiale
L’unico rammarico è che la direttiva dei lavoratori della piattaforme non si applicherà a tutti i lavoratori, come ho chiesto sin dal principio, solo a quelli delle piattaforme digitali. Auspico che si arrivi presto al voto finale, già agli inizi di gennaio 2023, e che l’Unione europea si dia da fare per una direttiva sull’intelligenza artificiale per fissare regole chiare sull’utilizzo degli algoritmi nel caso di assunzione, valutazione e gestione del personale da parte di tutte le aziende e non solo da parte delle piattaforme digitali.
