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Rider, basta falsi autonomi e algoritmi accessibili. Accordo UE
Il sette giugno scorso, il Consiglio europeo dei ministri del Lavoro ha trovato un accordo sulla direttiva lavoratori delle piattaforme: non solo rider ma anche tassisti e lavoratori domestici assunti tramite App che sfruttano gli algoritmi per decidere modi e tempi delle prestazioni di lavoro e persino le retribuzioni.
ROMA, 12 GIU – Il sì alla direttiva europea lavoratori delle piattaforme da parte dei 27 ministri del Lavoro al Consiglio europeo Occupazione che ha accolto uno dei principi cardine sulla presunzione del lavoro subordinato è un segnale positivo. Basta falsi autonomi e sfruttamento: i 27 ministri hanno riconosciuto formalmente diritti e tutele a 28 milioni di lavoratori e lavoratrici, noti anche come gig worker, rimasti scoperti troppo a lungo.
Temevamo che il principio di presunzione del lavoro subordinato potesse essere bocciato in toto dal Consiglio europeo. Invece, il riconoscimento c’è e spetterà alle piattaforme digitali l’onere di dimostrare che il rapporto di lavoro è autonomo. I lavoratori e le lavoratrici interessate potranno rivolgersi subito ai sindacati o alle autorità giudiziarie nazionali per contestare la natura del rapporto ricadendo così sulle aziende soltanto la responsabilità di fornire le ragioni per una non-assunzione.
Inoltre, giudico positivo che i ministri abbiano riconosciuto la necessità di garantire maggiore trasparenza sull’uso degli algoritmi per monitorare e valutare le prestazioni di lavoro. I lavoratori e le lavoratrici dovranno essere informati sulle modalità di utilizzo da parte delle aziende. Le considero entrambe conquiste sociali fondamentali per le quali mi sono molto battuta in Commissione Occupazione e Affari Sociali al Parlamento europeo. Oggi possiamo dire che ha prevalso la dignità del lavoro. Ora l’Europa proceda speditamente con i negoziati per il via libera definitivo.
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