Ricerca e sanità, la visita alla Fondazione Toscana Life Sciences

Ricerca e sanità

Nonostante l’esperienza drammatica vissuta con la pandemia Covid 19, gli investimenti in ricerca e sanità restano purtroppo insufficienti e mettono a rischio il diritto alla cura, alla diagnosi e alla prevenzione. L’emergenza sanitaria affrontata nel 2020 ha acuito le fragilità del sistema sanitario nazionale, soprattutto quelle trascurate da anni, dopo un lungo periodo di tagli e austerity.

La sanità pubblica però deve restare un diritto universale. Lo ha ricordato anche Papa Francesco:

Ci sono persone che per scarsità di mezzi non riescono a curarsi […] che hanno difficoltà di accesso ai servizi sanitari a causa di lunghissime liste di attesa, anche per visite urgenti e necessarie!

I più esposti sono naturalmente gli anziani, ma anche fragili e bisognosi. Europa, Stato e Regioni devono fare la loro parte per garantire che l’accesso alle cure resti universale anche promuovendo partnership con imprese che si occupano di ricerca scientifica e formazione delle scienze della vita e della salute.

RICERCA E SANITA’ METTERE A SISTEMA L’ECCELLENZA

Nelle scorse settimane ho avuto l’opportunità di visitare la Fondazione Toscana Life Sciences. Un esempio di eccellenza di partenariato pubblico-privato che mi ha fatto particolarmente piacere conoscere e che considero un modello che andrebbe replicato sul territorio nazionale ed europeo. Competenze altamente specializzate, nuovi paradigmi e strumenti, piattaforme tecnologiche, capacità di attrarre talenti e risorse, contaminazione tra il mondo scientifico e l’impresa, sono le leve attorno alle quali Toscana Life Sciences porta avanti le sue attività.

Sono del parere che il nostro Paese avrebbe bisogno di più luoghi all’interno dei quali creare una nuova cultura dell’innovazione che passi dalla creatività e dall’innovazione per accogliere al meglio possibile il cambiamento e far fronte alle nuove grandi sfide che ci aspettano, in tema di ricerca a sanità. Così come in tanti altri ambiti che riguardano le transizioni verde e digitale.

IL SOSTEGNO DELL’EUROPA PER RICERCA E SANITA’

Come europarlamentare ho seguito le recenti iniziative dell’Unione europea su sanità e salute. L’obiettivo ambizioso è spingere i paesi europei ad andare oltre le crisi sanitarie e a rafforzare la resilienza del servizio sanitario nazionale. Per realizzarlo l’Unione europea ha messo a disposizione per il 2023, 735 milioni di euro nel quadro della EU4 Health 2021-2027. Nel complesso il programma mette a disposizione risorse pari a 5,1 miliardi di euro e rappresenta la risposta dell’Unione Europea alla pandemia e fornirà finanziamenti ai paesi membri, ma anche alle organizzazioni sanitarie e alle Organizzazioni No Profit.

Alle risorse di questo programma europeo, gli Stati possono contare anche sulle risorse PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza infatti ha destinato ben 15,6 miliardi di euro alla missione Salute e ulteriori 2,4 miliardi di euro, derivanti dal piano nazionale complementare (PNC) – un apposito fondo di bilancio istituito dal governo Draghi. Tutte queste risorse serviranno a riformare e soprattutto modernizzare il sistema sanitario nazionale.

La legge di bilancio 2023, purtroppo, non sembra seguire questa stessa direzione. Nel complesso, abbiamo denunciato le poche risorse stanziate rispetto alle esigenze della sanità pubblica italiana, dimostrando una scarsa consapevolezza della gravità dei problemi esistenti. Realtà come quella toscana sono convinta siano importanti per potenziare la capacità del servizio sanitario nazionale nel soddisfare i bisogni di cura, assistenza e prevenzione dei cittadini. Occorrono conoscenza e innovazione.

In questo senso, la via da seguire non può che essere quella della valorizzazione dei partenariati pubblico-privati. Con interventi lungimiranti e oculati servono realtà che sostengano le attività di ricerca, incubatori di impresa e formazione nei quali creare le condizioni per la nascita di un ecosistema innovativo delle scienze e della salute.