Qatar, il Mondiale dei diritti umani negati: il mio intervento in Plenaria

Qatar

Cari lettori e lettrici,

Dopo lo scandalo del Qatargate che ha scosso il Parlamento europeo, voglio riproporvi il mio intervento in Plenaria in occasione della discussione sul rispetto dei diritti umani durante i Mondiali di calcio 2022:

 

 

 

Lo scorso novembre, la Plenaria del Parlamento europeo ha discusso una risoluzione di condanna per la violazione dei diritti dei lavoratori in Qatar. Il 94% sono immigrati, provengono soprattutto da paesi asiatici e sono costretti a lavorare in condizioni ambientali e climatiche estreme, per oltre 12 ore al giorno, senza diritti o tutele, discriminati ed emarginati. Grazie a questa preziosa manodopera, il Qatar è riuscito a mettere in piedi le strutture che ospitano i Mondiali di calcio 2022. Ci sono voluti quasi dodici anni prima di concludere lavori ‘mastodontici’ per miliardi di dollari sulla pelle dei lavoratori.

Mondiali in Qatar, inaccettabile negazione dei diritti

In occasione del dibattito, ho scelto di intervenire in modo molto duro contro questi Mondiali di calcio che ho definito, senza mezzi termini, i Mondiali dei diritti negati. In Qatar, infatti, le violazioni dei diritti riguardano anche omosessuali, minoranze e donne oltre ai lavoratori ed era mio dovere e convinzione criticare il Paese che in questi anni purtroppo non ha voluto e non è riuscito a fare passi in avanti.

Il caso del Qatargate è inaccettabile, perché è una macchia sulle Istituzioni democratiche che ci vorrà molto tempo prima di essere lavata via del tutto. Condivido, dunque, le dure parole usate dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: siamo dinanzi ad un attacco all’Unione europea; al suo “cuore” democratico, all’Istituzione i cui membri eletti direttamente dai cittadini e dalle cittadine avrebbero come unico scopo quello di soddisfare gli interessi collettivi per fare crescere e rendere autorevole una grande e importante realtà politica ed economica.

 

All’Unione europea serve un Parlamento forte, autorevole e incorruttibile

Così non è stato, pochi si sono macchiati di gravi crimini e per quei pochi, oggi, il Parlamento europeo e l’Europa intera si trovano costrette a non dare più per scontate e a interrogarsi sull’etica, sulla responsabilità morale e politica dei singoli e dei gruppi, a mettere in discussione regole e controlli, a dovere fare autocritica e a subìre le critiche legittime dell’opinione pubblica indignata e al tempo stesso incredula.

Sono convinta che sia giusto aprire degli spazi di discussione sui legami tra lobby e politica, legittimo riflettere se siano necessarie nuove misure oltre a quelle esistenti sulla trasparenza e avviare una commissione d’inchiesta parlamentare che faccia chiarezza a 360 gradi sia sul piano politico sia sul piano giuridico.

Ma sono convinta anche che il problema principale sia chi si è lasciato corrompere, mancando di rispetto ai cittadini e alle Istituzioni, a coloro che credono davvero che ci siano principi e valori più alti, irrinunciabili, i quali devono contraddistinguere l’Europa. La nostra Europa. D’ora in poi, quindi, al Parlamento europeo non resta che andare fino in fondo, continuando però a guardare avanti come Istituzione, senza lasciarsi indebolire o delegittimare. L’Unione europea ha bisogno di un Parlamento forte, autorevole e incorruttibile.

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, non iscritti. Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.