I bassi tassi di investimenti infrastrutturali nell’Unione, registrati durante la crisi finanziaria prima e quella della Covid-19 poi, hanno compromesso la sua capacità di promuovere la crescita sostenibile, gli sforzi per conseguire la neutralità climatica, la competitività, la convergenza verso l’alto delle condizioni occupazionali e la creazione di posti di lavoro. Ciò ha comportato altresì il rischio di crescenti divergenze e disuguaglianze all’interno degli Stati membri e tra di essi, incidendo sullo sviluppo a lungo termine delle regioni e compromettendo la convergenza e la coesione dell’Unione.
Ho votato a favore di questo provvedimento per garantire, tra l’altro, il necessario sostegno alle PMI, agevolando l’accesso ai fondi e offrendo fonti di finanziamento più diversificate per migliorare la loro capacità di finanziarsi nelle fasi di creazione, crescita, innovazione e sviluppo sostenibile. Ciò gli consentirebbe di resistere ai contraccolpi dell’economia, rendendo anche il sistema finanziario più resiliente e assicurando la capacità di creare posti di lavoro e benessere sociale. Per far fronte agli effetti negativi delle trasformazioni delle società e del mercato del lavoro nel prossimo decennio, è necessario investire nel capitale umano, nell’infrastruttura sociale, nella microfinanza, nel finanziamento dell’imprenditoria etica e sociale e nei nuovi modelli d’impresa dell’economia sociale.