Soddisfazione per il via libera del Consiglio Ue al tetto al prezzo del gas (o price cap) come da mesi chiedeva l’Italia. La decisione di questo delicato vertice, tutt’altro che scontata, è un altro passo in avanti per affrontare una crisi energetica senza precedenti, calmierare il costo delle bollette della luce e del gas che sta mettendo in ginocchio centinaia di migliaia di imprese e milioni di famiglie, fermare la speculazione, e quindi i rialzi ingiustificati del prezzo del metano sulla borsa di Amsterdam e infine sottrarre fondi alla folle e ingiustificata guerra di aggressione del presidente russo, Vladimir Putin, ai danni dell’Ucraina.
La decisione del Consiglio Ue giunge dopo mesi di rinvii e di veti, ma ritengo che ora che l’accordo c’è non si debba perdere più altro tempo. La Commissione e il Consiglio per l’Energia definiscano subito i dettagli per una rapida attuazione del tetto al prezzo del gas, indichino con altrettanta celerità il minimo e il massimo di prezzo per il mercato europeo dell’energia di Amsterdam e riconoscano con realismo che questo strumento va applicato nell’immediato, perché ci troviamo in piena emergenza da mesi.
Price cap, serve anche uno Sure per l’energia
Il tetto al prezzo del gas è solo un tassello contro questa crisi energetica. La riforma del mercato dell’energia è sempre più necessaria e urgente per non lasciare che sia solo la Borsa e la speculazione a dettare il costo di una materia prima critica come il metano. Bene, quindi, che l’Unione europea abbia optato per acquisti in comune del gas naturale. Dico anche, però, che all’Unione europea il tetto al prezzo del gas non basterà per proteggere le imprese e le famiglie dai rialzi. Nel lungo periodo infatti credo che non potremo fare a meno di un fondo comune per la crisi energetica sul modello di SURE anche al fine di difendere l’equilibrio e il buon funzionamento del mercato interno europeo.
L’ho chiesto per prima al Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, in una lettera inviata nel maggio scorso, e continuo a essere convinta della necessità di uno SURE per la crisi energetica. Proprio su questo punto, le conclusioni del Consiglio Ue sono state eccessivamente vaghe, ambigue e generiche: lo spirito che serve all’Europa è quello della solidarietà e della coesione, perché non c’è altro modo per superare il conflitto e affrontare le altre grandi sfide che ci attendono.