Il 1° gennaio 2023 la Svezia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio europeo, dopo i due semestri guidati dalla Francia e dalla Repubblica Ceca. Il premier svedese Ulf Kristersson ha presentato i punti principali del programma di presidenza a Strasburgo. Ha enfatizzato la necessità di accelerare sulla transizione energetica ed ecologica e sull’autonomia del mercato unico per quanto riguarda la produzione di beni strategici: semiconduttori e chip, cruciali tanto per realizzare gli ambiziosi obiettivi del Green New Deal quanto per portare avanti la trasformazione tecnologica e digitale.
Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi sei mesi? Il programma svedese ha una impronta molto economica, anche perché dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, come in una reazione a catena, l’Unione europea è stata costretta, prima, a gestire la minaccia russa sull’energia, sbandierata da Putin per convincere Bruxelles a non sostenere Kiev contro l’aggressione militare. Poi, a sventare una crisi alimentare, quando il presidente russo ha cercato di bloccare a tempo indeterminato il grano ucraino nei silos. E ora l’aumento generale dei prezzi che ha spinto l’inflazione europea verso livelli mai raggiunti prima. Insomma, il contesto socio-economico europeo e globale resta, purtroppo, particolarmente difficile. E la presidenza svedese si chiuderà il 30 giugno 2023.
I PRINCIPALI PUNTI PROGRAMMATICI
Sono quattro i punti chiave di questo semestre. Il premier svedese ha aperto il programma parlando del tema sicurezza. Kristersson è un politico moderato, esponente della famiglia dei popolari, ma è allo stesso tempo il capo di un governo appoggiato esternamente dai Democratici Svedesi, partito postfascista, che per la prima volta nella storia politica della Svezia dal secondo dopoguerra, ha ottenuto un ampio consenso alle elezioni che si sono tenute nell’ottobre 2022. I Democratici Svedesi, in Europa, alleati dei partiti ultra-conservatori come Fratelli d’Italia e Fidesz, hanno subito dettato l’agenda interna su migranti e sicurezza. Per il Premier svedese, che deve tenerne conto per la stabilità del proprio governo, era impossibile non abbracciare una linea più dura sul tema dei flussi migratori. Tanto che Stoccolma ha già fatto sapere che il Patto sull’immigrazione e l’asilo, ancora in discussione, non sarà approvato prima del 2024.
Ha poi continuato con la competitività europea. Il cuore di tutto il programma. Il Premier ha allargato il discorso sulla competitività passando alla necessità di accelerare le transizioni verde ed energetica. Infine, ha ribadito la difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto. Punti oggi più che mai sotto la luce dei riflettori, dopo gli scandali sul giro di tangenti al Parlamento europeo per favorire Qatar e Marocco e la guerra in Ucraina.
SICUREZZA EUROPEA E ADESIONE ALLA NATO
L’altra ragione che ha spinto la Svezia a mettere dinanzi ad altri obiettivi programmatici quello della sicurezza è che, entro la prima metà del 2023, Stoccolma potrebbe aderire ufficialmente alla NATO assieme alla Finlandia. La Svezia è pronta a rompere così con la politica della neutralità, continuando a fornire il sostegno militare e umanitario all’Ucraina per tutto il tempo necessario. La guerra in Ucraina, secondo il Premier svedese, deve spingere l’Unione europea verso una politica europea comune su sicurezza e difesa e ad oggi inesistente
Condivido. Non possiamo permettere che i nostri valori democratici, i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini europei vengano messi a rischio ora dalla guerra in Ucraina ora da altre minacce future. I valori democratici europei e i nostri principi sono storicamente le fondamenta su cui si basa la cooperazione dell’Unione nel mondo. Nei mesi scorsi ho sostenuto le azioni del Parlamento europeo contro la Russia, ma anche altri paesi anti-democratici, penso all’Iran, che violano in modo sistematico i diritti umani e perpetuano regimi autocratici contro cui le popolazioni tentano sempre più spesso di sollevarsi.
IL TABU’ DELL’IMMIGRAZIONE
L’Unione europea intende approvare un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. Il Premier svedese però non solo non lo ha menzionato, ma ha anche sottolineato la necessità di intervenire soprattutto al di fuori dei suoi confini europei. Nei paesi da dove partono i migranti, nell’ottica di riprendere con più vigore la cooperazione con gli Stati terzi per ridurre gli arrivi. Secondo il Premier svedese, l’Unione europea deve affrontare la crisi migratoria con gli strumenti che ha già a disposizione. La Svezia quindi non è intenzionata ad avviare una riforma sull’accoglienza e sulla gestione dei migranti.
In più occasioni ho sottolineato che immaginare un’Europa senza flussi migratori è impensabile. Dobbiamo perciò prendere coscienza del fatto che la questione migratoria è un problema che riguarda tutti gli Stati membri e trovare soluzioni comuni anche sul tema della integrazione dei migranti.
PER LA PRESIDENZA SVEDESE OCCORRE MAGGIORE COMPETITIVITA’ ECONOMICA
La forza, la resilienza e la posizione globale dell’Europa dipendono dalla nostra produzione economica, che è strettamente legata al mercato unico e alle opportunità commerciali globali, fondamentali per rafforzare l’importanza geopolitica dell’Ue. La competitività è sicuramente una parola chiave del programma svedese. Un peso specifico importante è attribuito alla diffusione delle competenze di base dell’apprendimento permanente. Nell’ambito infatti dell’anno europeo delle competenze, tutti i cittadini devono essere attrezzati per un mercato del lavoro in rapida evoluzione.
Sempre per rafforzare la competitività dell’Unione sui mercati internazionali e renderla resiliente alle minacce o agli shock esterni, la Svezia punta poi a portare a termine l’approvazione dell’annunciata legge europea sulle materie prime critiche che rappresenterà un passo importante per fare dell’Unione europea il leader mondiale nella transizione verde. La presidenza s’impegna a portare avanti i lavori in merito alla proposta di legge europea sui semiconduttori (Chips Act), definita come un passo fondamentale verso il rafforzamento dell’ecosistema europeo dei semiconduttori e la creazione di opportunità di diversificazione per un’economia sempre più digitale. E per affrontare le criticità del settore dinanzi alle crescenti tensioni geopolitiche tra competitor del calibro degli Stati Uniti, della Cina e Taiwan, da cui l’Unione europea dipende.
RIFORMA DEL MERCATO DELL’ENERGIA E SICUREZZA ALIMENTARE
La sfida climatica globale richiede una risposta altrettanto globale. Il Green New Deal europeo viene posto in cima all’agenda del semestre svedese assieme alla riforma del mercato energetico a lungo termine che punterebbe tutto sulle fonti alternative e il rapido abbandono di tutti i combustibili fossili. Al centro la tutela dell’ambiente, con la strategia sulla biodiversità e l’economia circolare.
La transizione energetica ed ecologica sono due passaggi delicati dello sviluppo dell’Europa e dell’Italia nell’era post pandemica. Avranno un fortissimo impatto sul lavoro e sulla società. Sono convinta sia prioritario governare la transizione energetica in modo equilibrato, monitorabile e realistico. La politica deve porre obiettivi chiari, tenendo presente gli effetti sui territori e sull’economia, che rischia di subire degli shock, poi, difficili da governare. Per questo motivo, pur sostenendo convintamente la difesa dell’ambiente e tutte le azioni sulla mitigazione del cambiamento climatico, mi auguro che l’Unione europea fornisca anche tutto il sostegno necessario alle famiglie e alle imprese per affrontare questo complesso percorso.
Sul piano della produzione agricola e della sovranità alimentare, infine, l’impegno della presidenza svedese è mantenere elevata l’attenzione sulla sicurezza alimentare, in risposta anche all’aumento dei prezzi dei beni alimentari determinato dall’invasione russa in Ucraina. La guerra ha messo in luce le fragilità dell’agricoltura europea, ma anche, la necessità di adattare all’emergenza determinati obiettivi e principi che l’Unione si è data prima del conflitto. Dobbiamo tutelare i nostri agricoltori, quindi, i nostri prodotti. E la sovranità alimentare.
L’AGRICOLTURA SETTORE STRATEGICO
A mio avviso abbiamo bisogno di ampliare e rafforzare le filiere corte e investire in modo massiccio sull’agricoltura di precisione. Dopo avere constatato, purtroppo, che la Commissione europea non ha una strategia per tutelare il settore agroalimentare europeo dalla inflazione, l’auspicio è che quantomeno la presidenza svedese non abbandoni in un cassetto questo tema. L’agricoltura è o non è un settore strategico per l’Unione europea? Per me lo è, quindi, avanti con risposte immediate e soprattutto all’altezza.
Il Premier svedese, Ulf Kristersson, alla Plenaria di Strasburgo del 17 gennaio 2023 per la presentazione dei punti programmatici del semestre
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto. Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.