Patto di Stabilità, von der Leyen traccia la linea per l’Europa post-Covid

Patto di Stabilità

Dall’Unione europea arriva finalmente un forte segnale sulla riforma del Patto di Stabilità. Il 15 settembre scorso la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tenuto l’annuale discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento riunito in seduta Plenaria. La Presidente ha riferito un resoconto del lavoro svolto nei mesi scorsi, i programmi e la visione per il futuro.

Progressivamente ci stiamo lasciando alle spalle uno dei periodi più difficili. Il Covid-19 infatti ha sconvolto la nostra quotidianità e il nostro modo di affrontare i problemi, costringendoci a lavorare in un contesto emergenziale senza precedenti che richiedeva al tempo stesso velocità di decisione, d’azione e unità.

 

Patto di stabilità, occasione per riformare l’Unione nel profondo

Ho sottolineato diverse volte come la pandemia abbia rappresentato la svolta che ha obbligato gli Stati a rivedere le proprie priorità. I paesi hanno così scelto di promuovere una agenda sociale. Rivelatasi condizione imprescindibile per la ripresa.

La Presidente von der Leyen ha ricordato quanto in una situazione così complessa come quella della pandemia nessuno può avere gli strumenti per salvarsi da solo. Solo coesi abbiamo potuto garantire a ogni Paese europeo equo accesso ai vaccini, senza i quali nessuno Stato è in grado di garantire una reale ripresa economica e il ritorno alla normalità.

Per la prima volta l’Unione europea ha scelto di condividere risorse per realizzare appieno la transizione ecologica e digitale. Il Next Generation Eu ha così inaugurato un dibattito sui meccanismi di governance economico-finanziaria su cui l’Unione europea si fonda.

 

Patto di Stabilità, sì a una “golden rule” per gli investimenti verdi e sociali

Il dato politico che ritengo davvero importante è che la Commissione europea, a lungo “guardiano” del Patto di Stabilità, ha aperto a una sua revisione con proposte concrete, in linea con quelle avanzate da anni dal Movimento 5 Stelle.

Al centro della riforma del Patto di Stabilità ci dovrebbe essere una “golden rule” per lo scorporo degli investimenti verdi dal rapporto deficit- Pil. Tuttavia, noi del Movimento 5 Stelle riteniamo che il meccanismo vada esteso anche agli investimenti sociali e a quelli in innovazione e sviluppo.

Per arrivare a un tale risultato, sarà prioritario vincere le resistenze dei Paesi “frugali” come ho spiegato in una intervista al quotidiano “La Notizia”.

Prima dello scongelamento del Patto di Stabilità, cioè entro il 2023.

Se si dovesse tornare oggi alle vecchie regole, Bruxelles sarebbe costretta a chiedere politiche di Austerity, tagli alle politiche sociali, ai servizi essenziali, aumenti delle tasse a tutti gli Stati membri. Nessuno escluso.

In gioco non c’è solo la tenuta dei sistemi economici e finanziari, ma anche di quelli sociali. Oltre che della democrazia stessa. Sono convinta che per questo sia necessario cambiare le nostre regole di governance per adattarle così alle nuove sfide che abbiamo di fronte.

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.