Patto di Stabilità – Il voto dell’11 novembre 2021 in Commissione Occupazione e Affari Sociali sul testo della direttiva sul salario minimo europeo rappresenta un forte segnale per l’Italia e per l’Europa.
Aspettiamo il voto finale in Plenaria alla fine di novembre. Questo risultato molto importante per milioni di lavoratori europei rafforza la costruzione in atto di una “Nuova Europa”. Cresce la dimensione sociale delle politiche messe in atto.
Una settimana intensa in cui ho seguito un altro tema molto importante: la revisione del Patto di Stabilità.
Patto di Stabilità, segnali ancora troppo deboli dall’Eurogruppo
L’8 novembre scorso, a Bruxelles, si è svolta la prima discussione sulla revisione delle regole sui bilanci degli Stati. Tra i ministri delle Finanze dei 27 Paesi Ue persistono, purtroppo, ancora idee diverse.
Spiego perché è invece cruciale approdare nel più breve tempo possibile a questa riforma.
Il Patto di Stabilità ha fallito, scriviamo insieme ai nostri partner europei un nuovo Patto di solidarietà e di sviluppo che metta al centro la persona e le politiche di crescita, e non gli anacronistici vincoli di bilancio.
Dopo la consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea, il dibattito sulla riforma del Patto di Stabilità arriva oggi anche all’Eurogruppo con una prima discussione sul quadro regolatorio Ue in materia di bilanci pubblici.
I Ministri delle Finanze europei non possono non constatare, così come da sempre sostiene il Movimento 5 Stelle, che la regola del debito del 60% è una zavorra per il rilancio dell’economia. Non possiamo più applicarla. Per questo, dobbiamo superarla.
L’Unione europea deve piuttosto rilanciare gli investimenti pubblici con un nuovo Patto che sostituisca la parola austerità con solidarietà.
La nostra proposta prevede che gli investimenti verdi e quelli sociali vengano esclusi dal conteggio dei deficit nazionali. Serve coraggio per assicurare all’Europa un futuro di benessere.