Visita allo stabilimento Manifatture Sigaro Toscano di Mugnano a Lucca.
LUCCA, 7 MAGGIO- Tornare, due anni dopo, a visitare lo stabilimento Manifatture Sigaro Toscano di Mugnano è stato un enorme piacere, non solo, per il rapporto di amicizia e stima che mi lega all’amministratore delegato, Stefano Mariotti, il quale guida questa storica realtà d’eccellenza con estrema passione, dedizione e visione, ma anche, per il modello che questo stabilimento rappresenta in termini di qualità del lavoro e dei prodotti, in parte realizzati ancora a mano da 40 “sigaraie”, donne con alle spalle oltre venti anni di esperienza in un settore in cui il sapere far degli artigiani lucchesi, tramandato di generazione in generazione per più di cento anni, è centrale e rappresenta l’orgoglio della regione Toscana e del nostro Paese in Europa.
Il mercato dei sigari in Europa rappresenta circa l’0,8% del mercato complessivo dei prodotti di fumo, e in Italia circa l’1%. Il nostro Paese è il primo produttore di tabacco e il 97% della produzione complessiva si concentra in quattro regioni, tra cui Toscana e Umbria. Il nostro obiettivo è da sempre tutelare una filiera importante come questa per il territorio lucchese e toscano.
Manifatture Sigaro Toscano ha investito molto nei percorsi di etichettatura e tracciabilità del tabacco, in linea con la proposta di un sistema europeo ed italiano che non ne incentivi l’uso piuttosto permetta di informare in modo trasparente il consumatore sulla provenienza e la qualità del prodotto.
Etichettatura e tracciabilità sono utili e fondamentali per proteggere realtà come questa di Lucca, che pur esportando molto all’estero, sono costrette a fare i conti con forme di concorrenza sleale da parte dei paesi terzi che non rispettano necessariamente gli standard sociali e ambientali fissati dall’UE, nell’ambito della riforma della Direttiva sui tabacchi, credo sia importante imporre una tassa per i prodotti come i sigari che non rispettano gli standard europei.
Manifatture Sigaro Toscano rappresenta inoltre un ottimo modello, soprattutto, per i contratti di filiera con i quali la società aiuta i produttori di tabacco, garantendo grazie a perizie accurate, prezzi equi e così un giusto reddito ai nostri agricoltori. Strumenti che vanno garantiti a tutti i livelli nel settore agricolo europeo, affinché come avviene per certi prodotti di nicchia si possano tutelare le nostre filiere di qualità che tra l’inflazione, la concorrenza sleale dei paesi terzi e la crisi climatica rischiano di finire in ginocchio.