L’eccellenza e la qualità dei prodotti made in Italy, esportati e amati in tutto il mondo, devono essere sorretti dal lavoro e dall’impresa. Il lavoro deve essere di qualità. Mentre lo Stato italiano e l’Unione europea devono aiutare in primo luogo le giovani generazioni a investire in agricoltura.
Sono convinta che una buona politica agricola, nazionale ed europea, se davvero intende agire per rilanciare il settore, proteggere il made in Italy, sostenere le aziende, combattere la crisi climatica infine promuovere il lavoro di qualità, non può prescindere da questi quattro pilastri:
- Lavoro
- Impresa
- Giovani
- Sostenibilità
Le mie proposte rilanciare il settore agricolo coincidono con durissime battaglie al Parlamento europeo, molto spesso contro un approccio eccessivamente ideologico e miope della Commissione europea.
Occorre analizzare i problemi, a partire da quelli legati al lavoro e all’impresa, e sempre più complessi, per riuscire a fornire risposte e soluzioni che puntino al sano e pieno sviluppo di un settore, come quello agricolo, di grandissima importanza strategica e da cui dipende gran parte dello sviluppo sociale ed economico del nostro Paese e dell’Unione europea.