Dopo la crisi economico-finanziaria nel 2008 e la pandemia nel 2020, i temi del lavoro, della povertà, dell’esclusione sociale hanno conquistato finalmente spazio nell’agenda europea.
La legislatura che si è da poco conclusa è stata straordinaria ed unica. Per la prima volta, dopo anni di austerità, tagli alla spesa sociale e scarsi o nulli interventi sul lavoro e l’occupazione di qualità, siamo riusciti a portare a casa dei risultati importanti per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone nel mercato interno.
Il percorso iniziato in questi cinque anni non è concluso. Abbiamo però rimesso al centro l’idea dello Stato sociale in Europa, elaborando delle politiche adeguate, per affrontare i problemi provocati dall’eccessiva deregolamentazione, da anni di tagli lineari e dalla disomogeneità delle normative sul lavoro e il welfare tra i 27 Stati membri.
Non basta. Questi sono solo i primi mattoni.
L’Europa per te è una Europa dove il lavoro di qualità e la giustizia sociale restino al centro dell’agenda politica ed economica dei prossimi cinque anni di legislatura del Parlamento Ue, affinché, questo percorso di rafforzamento dello Stato sociale in Europa, possa continuare e consolidarsi a beneficio di tutte e di tutti.
La mia visione di Europa del futuro è chiara ed è il frutto di anni di dialogo con le parti sociali, la società civile e le amministrazioni locali, in generale, i territori.
Sono convinta che occorra realizzare l’Europa sociale e giusta per consegnare, soprattutto, alle prossime generazioni un continente prospero. Non sarà facile costruire l’Europa sociale e giusta a cui aspiriamo come progressisti.
Le sfide che l’Unione europea ha davanti sono complesse a partire dalle transizioni verde e digitale che impatteranno profondamente sulla vita dei cittadini e delle cittadine, sulle imprese e lo sviluppo dei territori.
Per garantire lavoro di qualità e giustizia sociale per tutte e tutti è fondamentale che i 27 Stati membri cedano la competenza sulle politiche del lavoro e dell’occupazione all’Unione europea, per combattere insieme ogni forma di concorrenza sleale e delocalizzazioni di tipo predatorio nel mercato interno che hanno impoverito territori e bruciato prospettive di sviluppo.
Si tratta di un passaggio politico fondamentale attraverso cui riuscire a portare a termine la battaglia sul salario minimo europeo, affinché la Direttiva europea “salari minimi adeguati” venga applicata in tutti gli Stati membri. Ma anche garantire il salario equo e giusto affinché l’Unione europea possa eliminare qualsiasi forma di sfruttamento e precarietà.
Cambiare in meglio i meccanismi che oggi regolano l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro ponendo fine all’abuso dei tirocini gratuiti o pagati con rimborsi spese ridicoli. Combattere lo stillicidio delle morti bianche con una strategia europea per ciascun settore.
Garantire il diritto alla disconnessione per un lavoro digitale fondato sulla Persona e algoritmi trasparenti e non discriminatori al fine di stroncare sul nascere forme moderne di schiavitù legate allo sviluppo e all’uso incontrollati delle nuove tecnologie.
Applicare il principio della condizionalità sociale che impedisce alle imprese di accedere ai fondi europei in caso di violazione dei diritti e delle tutele fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici.
Investire sulle competenze e lo studio, soprattutto, le nuove competenze utili per governare i cambiamenti legati alle transizioni verde e digitale tramite un Patto Europeo per le Competenze e il riconoscimento di un diritto alla formazione professionale permanente e infine un Erasmus Universale, anche per gli studenti degli Istituti professionali e tutti i docenti.
L’Europa per te è l’Europa del lavoro di qualità dove la concorrenza sleale, il lavoro povero, la precarietà, lo sfruttamento, il caporalato, l’iniquità, le disparità sociali ed economiche vengano costantemente e adeguatamente contrastati e combattuti e dove si realizza il modello sociale di mercato.
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