Sono 156 milioni i cittadini europei a rischio povertà. Per molti di questi, il costo dell’alloggio rappresenta una spesa insostenibile, se si considera che in alcuni casi esso incide per oltre il 40% del reddito familiare.
Appare sempre più evidente quindi che il problema dell’alloggio dignitoso e a prezzi accessibili riguarda non solo i senza tetto e i più indigenti, ma anche un numero crescente di famiglie che, pur lavorando, non riescono a sostenere il peso delle spese di base.
Al momento sono allo studio della Commissione europea diversi interventi volti a trovare una soluzione.
In questo senso, la strategia “Housing First” può rappresentare una risposta credibile al fenomeno dei senza tetto. Grazie alla sua applicazione, infatti, le persone con anni di vita in strada o a serio rischio di perdere l’abitazione, ricevono dai servizi sociali territoriali l’opportunità di entrare in un appartamento autonomo “senza passare dal dormitorio”.
Il tema della lotta alla povertà è stato per la prima volta messo al centro delle strategie europee proprio dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen che ha sottolineato l’importanza di dare piena attuazione al Pilastro sociale europeo.
La risposta che noi ci aspettiamo dall’Europa, oltre che lo svincolo degli investimenti in politiche sociali dal Patto di stabilità, sono delle azioni che permettano agli Stati membri di portare avanti delle politiche il più possibile coordinate in materia di housing. È necessario garantire un approccio trasversale all’housing nelle politiche europee, a partire dalla Child Guarantee, per assicurare un tetto in primis ai minori, e dall’approvazione di una direttiva sul reddito minimo, per contrastare le forme più estreme di povertà.
Per questo dobbiamo rilanciare l’edilizia popolare mettendola in sinergia con altre misure dall’impatto più immediato, come l’introduzione a livello nazionale di meccanismi per calmierare gli affitti, l’approvazione di una direttiva sul salario minimo, nonché della garanzia per l’infanzia per assicurare ad ogni bambino un alloggio e accesso a tutti i servizi essenziali.
Non possiamo più permetterci tentennamenti, tanto più che la crisi economica e sociale provocata dal Covid-19 rischia di acuire povertà ed esclusione. Non prevedere fin da ora misure per arginare la dilagante indigenza, oltre ad un grave errore politico, sarebbe anche la certificazione di non aver capito che il COVID, per quanto “democratico” possa apparire, in realtà colpisce più duramente gli ultimi; perché più si è poveri e minori protezioni e difese si hanno.
Per questo spero che il progetto di relazione per la strategia “Housing First” venga ulteriormente rafforzato, affinché il monito della Commissione Lavoro e dell’intero Parlamento ai governi nazionali sia chiaro e inequivocabile, affinché lo slogan – spesso abusato – “nessuno deve rimanere indietro” non resti una mera rivendicazione di principio ma la nostra prima e più importante missione.