Intelligenza artificiale, le voci raccolte: dal cinema ai media

Intelligenza Artificiale

Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale corre velocemente. Come legislatori abbiamo il dovere di tenere il passo con l’evoluzione tecnologica e gli impatti che essa può avere nei vari ambiti della società per definire quadri normativi adatti a governare un fenomeno che ha ricadute importanti in tanti settori produttivi e nella vita di ognuno di noi.

L’Intelligenza Artificiale è diventata uno dei punti centrali della mia agenda politica. Grazie al confronto con i cittadini e le cittadine, le imprese, i sindacati e i giovani appassionati del Partito Democratico mi sono resa conto che è un argomento in grado di suscitare grande interesse, curiosità e anche enormi timori.

IL CONFRONTO SULLE IDEE E SULLE SFIDE DEL FUTURO

Anche per questo motivo, il 14 febbraio scorso ho organizzato un evento al Parlamento europeo sul tema dell’Intelligenza Artificiale: “L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sull’informazione, la cultura e il settore creativo”.

Ho avviato un tavolo di discussione che permettesse ai rappresentanti delle Istituzioni europee e agli stakeholder del settore artistico, culturale e dell’informazione di incontrarsi e scambiarsi opinioni ed esperienze. Ci siamo soffermati sulle battaglie e gli obiettivi raggiunti finora per sostenere i lavoratori e le lavoratrici del settore. Ma abbiamo anche messo sul tavolo tutte le sfide future che artisti, creativi, giornalisti, traduttori e altre categorie dovranno affrontare con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, L’APPROCCIO EUROPEO

L’Intelligenza Artificiale è ormai riconosciuta come uno strumento che può supportare in modo significativo l’essere umano. Allo stesso tempo, è fondamentale definire i confini e le regole del rapporto Uomo-Macchina, mantenendo il primo al centro dei processi digitali e mettendolo in condizione di godere di tutti i benefici e i vantaggi prodotti da questa straordinaria tecnologia.

L’IA ACT europeo si muove proprio in questa direzione. Si tratta di un approccio incentrato sull’eccellenza e sulla fiducia, con l’obiettivo di rafforzare la ricerca e lo sviluppo economico e sociale legato all’IA, garantendo al contempo la sicurezza individuale e collettiva e i diritti fondamentali.

EUROPA RESILIENTE ALL’AVVENTO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Il modo in cui ci avviciniamo all’Intelligenza Artificiale (AI) definisce già oggi il mondo in cui vivremo in futuro. Per contribuire alla costruzione di un’Europa resiliente anche rispetto all’avvento delle nuove tecnologie, i cittadini, le cittadine, le imprese devono conoscere e usufruire dei benefici dell’IA ed essere consapevoli che l’Unione europea e i governi nazionali sono impegnati a governare il progresso nell’interesse di tutti e tutte.

Il settore artistico e culturale è tra quelli che già da diverso tempo ha a che fare con l’Intelligenza Artificiale. Oggi, con la diffusione della IA generativa (Deep Learning). In questo caso, l’UE si è assunta l’impegno di tutelare la creatività umana e il valore aggiunto in termini sociali ed economici che essa produce.

Tra le voci raccolte all’evento del 14 febbraio scorso ci sono quelle di Giacomo Mazzone, Segretario Generale di Eurovisioni CICT, che ha condotto in modo eccellente l’evento, nel ruolo di moderatore. Mazzone ha affermato che: “La discussione odierna dovrà essere presa d’esempio per affrontare le conseguenze dell’IA in tutti gli altri settori, poiché l’IA generativa farà presto il suo ingresso in altri ambiti oltre quello artistico-culturale”. Eurovisioni è il Festival internazionale di cinema e televisione e una associazione culturale che ogni anno interviene su temi di attualità, promuovendo l’incontro e la collaborazione fra i soggetti che muovono il settore audiovisivo e che da quasi 30 anni è sostenuta dalla Commissione europea (e non solo).

LE VOCI DEI MEDIA SULL’IA E LE NUOVE REGOLE EUROPEE

L’Intelligenza Artificiale generativa sta cambiando non solo il cinema, la televisione, la grafica, la traduzione ma anche il modo in cui si accede alle informazioni e come le informazioni stesse vengono generate.  Il tavolo di discussione al Parlamento europeo è stato completo, proprio perché non abbiamo voluto escludere nessuna categoria di lavoratori e lavoratrici già impattati dall’Intelligenza Artificiale.

Ringrazio Eric Scherer, Direttore di Info Media Lab – France TV per le denunce e la critica costruttiva emersa durante il dibattito e Oliver Roething, Segretario Regionale di UNI EUROPA. Entrambi concordano sul fatto che l’Unione europea non ha preso ancora sul serio i rischi legati alla diffusione su vasta scala dell’Intelligenza Artificiale generativa per la sopravvivenza della professione giornalistica, la qualità dell’informazione e la libertà di stampa e manifestazione del pensiero.

POTENZIARE LA NORMATIVA SULL’IA

Credo valga la pena riportare le proposte dettagliate che Info Media Lab e UNI Europa fanno all’Europa. Spiega Scherer: “L’IA generativa non fa ricerca, non verifica l’attendibilità delle fonti che usa e rischia dunque di amplificare la disinformazione, mettendo a rischio la fiducia del pubblico nei confronti dei media. Sarebbe quindi opportuno stabilire l’obbligo per le piattaforme di chiedere ai giornalisti il permesso di usare i contenuti da loro realizzati, rinegoziando pertanto i termini d’uso dei contenuti in modo che sia possibile rintracciare quando questi sono stati redatti attraverso l’uso dell’Intelligenza Artificiale”.

L’IA Act europeo, quindi, omette di affrontare tre sfide.

  • L’IA mortifica l’out-put, ovvero il giornalista o il cronista che racconta i fatti, li mette insieme e li analizza per i lettori oppure scrive un articolo di opinione.
  • L’IA non rispetta il contenuto tradizionale, le news vengono inventate senza riferimenti alle fonti impiegate che costituiscono la base di un lavoro giornalistico deontologicamente ben fatto.
  • In assenza di regole scritte, chiare, è pressoché impossibile oggi individuare i casi in cui l’IA viene utilizzata per redigere testi scritti.

Condivido molto la proposta di Scherer. Ma anche le parole di Roething che aggiunge: “A differenza dell’IA tradizionale non è trasparente e colleziona informazioni senza indicarne l’origine, creando un problema di tracciabilità e di veridicità delle informazioni. Producendo una grande quantità di informazioni, l’IA è in grado di generare maggior profitto, per questo è fondamentale avere un potere negoziale condiviso e lavorare per raccogliere i vantaggi legati all’IA, mantenendo sempre l’uomo al centro dell’evoluzione digitale”.

COME DIFENDERE I PROFESSIONISTI DELL’INFORMAZIONE

Renate Schroeder, Direttore della Federazione Europea dei giornalisti afferma che: “Il giornalismo è un bene pubblico che ha bisogno di fondi per sopravvivere e che non possiamo sottostimare il potere e l’abuso delle piattaforme che aumenterà con l’IA”. In questo giudizio duro ma onesto ha anche proposto una serie di interventi di cui mi faccio promotrice come legislatore europeo:

  • Garantire la trasparenza nella creazione e uso dei contenuti e una adeguata tassa di remunerazione per permettere ai giornalisti di lavorare insieme all’IA (non essere sostituiti da questa), proibendo altresì il copyright senza consenso o una mancata remunerazione per i giornalisti che vedono il proprio lavoro indebitamente sfruttato dall’IA.
  • Impedire alle compagnie dei media di rendere le persone ‘superflue’, poiché sono insostituibili per quanto riguarda la ricerca e la capacità di analisi critica. La credibilità è un requisito fondamentale dei media e può essere garantito solo se è l’uomo a fare la selezione dei contenuti.
  • Allenare ed educare l’IA in modo responsabile, rispettando standard giornalistici ed etici per scongiurare anche un impatto negativo sulla nostra democrazia.

FRONTE COMUNE SULL’IA

Sulla stessa linea anche Antonio Arcidiacono, Direttore dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER). Con le sue idee infatti ritengo abbia voluto fare un appello all’Europa all’unità e alla coesione perché solo governando in modo armonizzato lo sviluppo tecnologico, continuando sulla strada di un bilanciamento tra i rischi e le opportunità dell’IA saremo in grado di competere con i paesi terzi.

  • Impegnarsi per unire le forze e lasciare da parte la frammentazione che ancora caratterizza l’Unione europea. Solo così saremo in grado di competere con Paesi Terzi.
  • Valorizzare quanto di buono l’IA può darci (ad esempio la creazione di nuovi posti di lavoro) ed essere capaci di sfruttarli prima che lo facciano altri.
  • Educare le nuove generazioni. In particolare, si dovrà agire durante la fascia d’età della
    creatività (7-11 anni) poiché i bambini coinvolgono istintivamente i propri genitori contribuendo
    ad un’accelerazione nell’educazione digitale.
  • È fondamentale non subire passivamente le attività dell’IA, ma bisogna informarsi, studiare e soprattutto unire le forze, mondo accademico e mondo mediatico, per anticipare i nuovi modelli di informazione e creatività digitali.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, AL CENTRO DELLA PROSSIMA LEGISLATURA

Informazione, cultura e arte sono dimensioni tra loro legate da un filo rosso: la creatività umana, il pensiero critico e l’educazione ed è per questo che anche Carol Tongue, Presidente della Coalizione europea per la Diversità Culturale ha aggiunto: “Non possiamo accettare che grandi compagnie abbiano il monopolio dell’informazione, le produzioni artistico-culturali riflettono la società, il nostro tempo. Per questo, i cittadini e le cittadine devono poter attingere a un bacino di offerta che rispecchi la diversità culturale e il contesto storico”.

L’auspicio è che questo tavolo di dibattito e di confronto, alla presenza della Commissione europea oltre che dell’UNESCO, sia il trampolino di lancio per una normativa sempre più chiara, più stringente e progressista affinché l’IA sia al centro anche della prossima Legislatura europea e che le istanze e le voci raccolte siano di stimolo per riforme all’avanguardia.