Il problema dei rifiuti in mare è uno degli ostacoli principali al ripristino di un buono stato degli ecosistemi marini e costieri, fondamentali sia per l’equilibrio climatico che per lo sviluppo delle attività marine e costiere, compresa la pesca. Essa si colloca al centro di numerose sfide sociali, economiche e ambientali.
Ho sostenuto questa risoluzione perché riprende due concetti che considero fondamentali, tra cui il nuovo ruolo del pescatore come “guardiano del mare” insieme a un approccio olistico mirante alla creazione di una vera e propria economia circolare dei rifiuti raccolti in mare.
Nel testo si chiede esplicitamente che i pescatori siano adeguatamente formati e pienamente responsabilizzati, prevedendo il monitoraggio delle reti perse accidentalmente in mare. Ancora più importante la necessità di incentivarli nella raccolta dei rifiuti anche attingendo ai fondi europei, permettendo loro di scaricarli in qualunque porto europeo.
Per questo gli Stati membri devono adeguare i loro porti con strutture dedicate al conferimento a terra e conseguente riciclo dei rifiuti. Fondamentale, infine, il costante richiamo alla pulizia di fiumi, foci e coste, con misure trasversali che tengano conto del ciclo di vita dei rifiuti e dei loro legami con il ciclo delle acque, sia naturali che reflue.