Fertilizzanti, subito una nuova strategia per tutelare i nostri campi

Fertilizzanti

La guerra in Ucraina ha messo in enorme difficoltà il settore agricolo poiché, stando alle stime della Coldiretti, circa il 15% del totale delle importazioni di fertilizzanti dipendevano dalla Bielorussia, dalla Russia e dalla Ucraina nel 2022.

PREZZI DI FERTILIZZANTI ED ENERGIA ALLE STELLE

In un anno il prezzo dei fertilizzanti è più che raddoppiato. Soprattutto a seguito delle sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. Si stima che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produca circa il 20% dell’azoto mondiale.

A mettere in allarme gli agricoltori e le aziende del settore agroalimentare nel suo complesso sono stati anche i rincari del gas naturale, e più in generale dell’energia, tanto che tra ottobre 2022 e dicembre 2022 la Coldiretti ha stimato una riduzione dell’acquisto di fertilizzanti di un terzo, tra prezzi per molti insostenibili e difficoltà nel reperirli.

QUANTA ENERGIA SERVE AL SETTORE?

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno (elaborazione di Coldiretti su dati Enea). Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti dipendono dall’utilizzo dei fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep).

Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).

Si tratta di una bolletta energetica che si è rivelata proibitiva per molte aziende nel periodo in cui le quotazioni energetiche hanno raggiunto livelli pesanti.

SCONGIURARE LA CRISI ALIMENTARE GLOBALE

Il fatto che oggi la crisi energetica sembri essere rientrata purtroppo non basta. Tra le tante conseguenze dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina vi è quella di aver provocato una vera e propria crisi alimentare mondiale. Un rischio da scongiurare ad ogni costo per evitare che milioni di persone nel mondo siano esposte a gravi carenze di cibo.

La dipendenza dai fertilizzanti russi e bielorussi ha quindi costretto l’Unione europea in occasione del varo del nono pacchetto di sanzioni a escludere le esportazioni di beni alimentari russi verso i mercati mondiali ma anche quella di fertilizzanti.

Al tempo stesso, al fine di aumentare le rese dei raccolti e garantire la fertilità del suolo, il Parlamento europeo ha riconosciuto l’importanza di facilitare l’uso di alternative organiche ai fertilizzanti chimici, in particolare il digestato equiparato.

RIDURRE LA DIPENDENZA DAI FERTILIZZANTI PRODOTTI DA PAESI TERZI

La risoluzione approvata durante la Plenaria del 16 febbraio va proprio in questa direzione e chiede, nero su bianco, che sia formulata entro giugno prossimo una strategia di lungo termine per i fertilizzanti e per i nutrienti del suolo.

Il testo sostiene una serie di iniziative positive che mirano a rendere i concimi disponibili e accessibili a tutti gli agricoltori, riducendo al contempo la dipendenza dai paesi terzi, grazie ad un aumento dell’autonomia strategica dell’UE.

Un punto di partenza importante per rendere il settore agroalimentare sempre più sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale e per poter intervenire su tutti quegli aspetti ormai desueti e non più in linea con le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione, supportando anche nei futuri passaggi istituzionali l’utilizzo del digestato al di là dei limiti oggi imposti, così come richiesto anche dalle associazioni del settore.

COSTRUIRE LA SOVRANITA’ ALIMENTARE

Come ho più volte spiegato, per sostenere realmente il settore agricolo è necessario puntare su una catena del valore più sostenibile, anche attraverso l’utilizzo di fertilizzanti prodotti in UE tramite energia rinnovabile oppure a base di sostanze nutritive riciclate.

Oltre a ridurre le dipendenze dalle importazioni, ciò servirà ad aumentare la circolarità dell’agricoltura e a rafforzare la resilienza del settore.

La sovranità alimentare passa anche da questo genere di azioni. La sovranità alimentare non è un concetto nuovo. E, soprattutto, non ha alcuna radice ideologica. Penso invece che nasca da una visione politica pragmatica e contingente e che vada perseguita per rispondere alle emergenze: il conflitto russo-ucraino e la crisi climatica. La sovranità alimentare, a mio avviso, è cruciale per puntare a rafforzare il potenziale agricolo del nostro Paese senza rinunciare agli obiettivi della sostenibilità ambientale e sociale.