Il 18 ottobre scorso sono intervenuta alla Plenaria del Parlamento europeo sul testo della Farm to Fork Strategy. Con la relazione odierna, che contiene decine di emendamenti del Movimento 5 Stelle, il Parlamento chiede un cambiamento della Strategia Farm to Fork. Con ambizione e concretezza, nell’interesse di produttori e consumatori.
Abbiamo bisogno di serie valutazioni di impatto cumulativo. Soprattutto se si vogliono stabilire obiettivi vincolanti per gli agricoltori, salvaguardando la continuità all’approvvigionamento alimentare, la sostenibilità aziendale e i livelli occupazionali.
Gli ambiziosi obiettivi su pesticidi, fertilizzanti, biodiversità e agricoltura biologica possono essere raggiunti solo se la linea di partenza è equa e rigorosa. E se teniamo conto di quanto hanno già fatto gli agricoltori nei Paesi più virtuosi, come l’Italia.
Le informazioni nutrizionali devono basarsi su dati scientifici indipendenti, sulla quantità normalmente consumata di prodotto e su una comprovata comprensione da parte dei consumatori riportando in etichetta il Paese di origine di ogni singolo ingrediente, anche di quelli sintetici.
Le sfide sul fronte interno sono molte. La più grande riguarda la nostra capacità di esportare il nostro modello di sostenibilità, attraverso una revisione dei regimi di importazione dei prodotti da Paesi terzi.
- assicurando la reciprocità degli standard ambientali, sociali e sanitari;
- prevenendo dumping e concorrenza sleale;
- tutelando l’identità e la qualità del modello agricolo europeo.
Chiediamo dunque alla Commissione europea, alla luce delle nostre richieste, di cambiare la Strategia sulla Farm to Fork nell’interesse dell’intero settore agroalimentare europeo e italiano e della cruciale sfida della transizione ecologica.