Europee, rilanciare economia sociale per chiudere con le politiche di austerità

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ROMA, 29 maggio -Il confronto di oggi sul manifesto per le Europee 2024 promosso dal Forum del Terzo Settore è stato fondamentale per definire assieme le politiche europee necessarie a rafforzare l’economia sociale, a partire da una fiscalità agevolata passando per il rilancio del Welfare, il lavoro di qualità, la formazione professionale fino all’ integrazione europea, la definizione di nuovi diritti e una gestione più umana e adeguata dei flussi migratori.

Associazioni, cooperative, fondazioni: in Italia il Terzo Settore rappresenta da sempre un pilastro del sistema Paese per 84 miliardi di euro di attività e servizi garantiti alle fasce più deboli e fragili della popolazione da oltre 400mila enti che danno lavoro a 1,6 milioni di addetti e che possono contare su oltre 6 milioni di volontari.

Un patrimonio di umanità, competenza e innovazione sociale da custodire, tutelare e rilanciare perché il Terzo Settore italiano ed europeo possa liberare il proprio potenziale a beneficio del mercato interno in cui ci sono ancora limiti e squilibri da superare e correggere. Oggi, complice anche la pandemia di Covid-19, ci sono 100 milioni di persone a rischio povertà. L’invecchiamento della popolazione comporterà necessariamente un aumento della domanda del lavoro di cura e di assistenza e dei servizi socio-sanitari rispetto ai quali il volontariato e le cooperative sociali in Italia svolgono da tempo un lavoro indispensabile, sopperendo ai numerosi limiti del nostro Welfare.

L’Europa deve investire nell’economia sociale, prima di tutto, con una Strategia di lotta alla povertà e alla indigenza, un Piano per il diritto alla casa sul modello dell’Housing First e un Sistema di Garanzie Sociali per proteggere i minori e tutti i lavoratori e le lavoratrici vulnerabili prevenendo la cronicizzazione della disoccupazione e dell’esclusione sociale. Dare slancio all’economia sociale vuol dire chiudere concretamente con le politiche di austerità, dare priorità agli investimenti sociali e verdi di cui c’è molto nel PNRR, garantire vecchi e nuovi diritti e tutele, infine, promuovere uno sviluppo inclusivo ed equo.