Roma, 20 maggio- Ho firmato la proposta di legge europea di iniziativa popolare presentata da Coldiretti. Credo nell’urgenza di tutelare il settore agricolo europeo e i prodotti made in Italy, particolarmente minacciati da fenomeni sempre più pervasivi, quali Italian Sounding, importazioni di cibo trattato con sostanze e metodi vietati per legge in Europa, in mancanza della reciprocità degli standard ambientali e di sicurezza alimentare negli accordi commerciali con i paesi terzi, contraffazioni e infine l’assenza dell’obbligo di indicazione dell’origine di tutti i prodotti alimentari – dalle confezioni ai ristoranti.
Da soli, i numeri del falso made in Italy sono piuttosto allarmanti. Sei prodotti agroalimentari su dieci infatti sono taroccati nel mercato unico europeo, un fatturato che si aggira sugli 80 miliardi di euro l’anno. La situazione è ancora più critica se guardiamo all’export del falso made in Italy, il cui fatturato oggi è salito a oltre 120 miliardi di euro l’anno, complice l’aumento delle imitazioni in paesi terzi come gli Stati Uniti e la Russia.
I formaggi, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, i salumi prestigiosi, quali il Parma, il San Daniele e la mortadella di Bologna, o ancora, l’olio extravergine di oliva e le conserve di pomodoro San Marzano sono oggi i prodotti made in Italy più colpiti da imitazioni e contraffazioni.
I prodotti a marchio protetto fanno gola, e restano i più esposti da gravi forme di concorrenza sleale dentro e fuori il mercato interno europeo. In questa legislatura mi sono molto battuta per rendere l’Italian Sounding reato a livello europeo e rafforzare il sistema dell’etichettatura delle Indicazioni Geografiche. O ancora, tutelare un prodotto di pregio come il miele italiano nell’ambito della riforma delle Direttive europee “Colazione”.
Logicamente i risultati ottenuti non sono ancora sufficienti a tutelare pienamente i nostri agricoltori dai danni provocati dalle imitazioni, contraffazioni e dalle importazioni incontrollate di prodotti agroalimentari provenienti dai paesi terzi.
Nei prossimi cinque anni occorrono riforme cruciali tra cui quella proposta da Coldiretti sull’origine in etichetta per riuscire a garantire un giusto reddito ai produttori italiani ed europei, proteggere la salute dei consumatori e rendere più forte e più resiliente il settore agroalimentare europeo.