ROMA, 4 giugno – Eradicare le gravi forme di concorrenza sleale generate dal dumping fiscale e sociale per garantire salari che siano, oltre che dignitosi, anche equi e giusti, soprattutto per le donne, che rappresentano un’ampia maggioranza di addetti nel sociale, e in generale, per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici con un occhio di riguardo ai giovani esposti oggi a nuove forme di schiavitù, quelle legate all’utilizzo distorto del digitale, in particolare degli algoritmi, e perciò sempre più precari e poveri.
Circa il 12% dei cittadini e cittadine italiane beneficiano di servizi sociali grazie alle cooperative. Con oltre mezzo milione di occupati, di cui più della metà donne, producono ogni anno circa 16 miliardi di euro di ricchezza.
È in atto un’evoluzione sociale del mercato del lavoro che va affrontata anche assieme alle cooperative sociali, comprese quelle sanitarie che ben prima del Covid-19 sopperiscono alle carenze del nostro welfare. Per avviare una collaborazione proficua occorre il livello europeo. Una delle priorità della nuova legislatura deve essere la riforma dei Trattati con l’obiettivo di superare i limiti di un sistema sociale e di mercato che a livello dell’Unione europea è ancora estremamente frammentato.
Il ruolo delle cooperative sociali è fondamentale per i nostri territori. Perché questo ruolo sia più incisivo occorre puntare sulla qualità dei bandi pubblici. È perciò necessario condividerli con le associazioni che operando in prossimità meglio conoscono le esigenze locali, per evitare qualsiasi forma di spreco specialmente delle risorse PNRR.