Sulla carbon tax alla frontiera, il 7 luglio scorso ho deciso di indirizzare una lettera alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al vice Presidente Frans Timmermans, responsabile per il Green Deal europeo, e ai Commissari all’Economia e all’Energia, Gentiloni e Simson.
La Commissione europea presenterà mercoledì prossimo il nuovo regolamento sul Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alla Frontiera. Esso è parte del Green Deal europeo. La bozza che circola esclude inspiegabilmente dall’elenco dell’Emissions Trading System (ETS) alcuni prodotti siderurgici, quali l’acciaio Inox e gli acciai speciali.
Questa decisione, se fosse confermata, penalizzerebbe enormemente la produzione di acciaio italiano. E metterebbe in serio pericolo la sopravvivenza di Acciai Speciali Terni Spa, leader nella produzione di laminati di acciai Inox e speciali. Una realtà che conta ben 2.350 lavoratori diretti che salgono a oltre 5.000, se consideriamo l’indotto.
Per tale motivo, in una lettera, firmata da tutta la delegazione del Movimento 5 Stelle e da altri europarlamentari italiani di tutti i gruppi politici, abbiamo chiesto un confronto con la Commissione europea. In particolare, con i Commissari Timmermans e Gentiloni, affinché considerino l’AST come un fiore all’occhiello della siderurgia italiana ed europea. Si tratta infatti di una realtà industriale preziosa per il territorio umbro che va difesa con forza.
Non possiamo permettere alle nostre aziende di soccombere al dumping sociale, fiscale ed ambientale dei competitori asiatici. Perciò sono convinta che le nuove regole europee devono valere per tutti i prodotti siderurgici, altrimenti rischieremmo, per la produzione italiana, la crisi perfetta; viste le difficoltà già riscontrate a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime. La produzione italiana non può essere considerata di serie B, così come l’inquinamento prodotto dalle nostre acciaierie non è di seconda categoria. La Commissione europea ci ascolti.