Carbon farming, con le mie proposte agricoltori e allevatori al centro

Le azioni di mitigazione al cambiamento climatico sono sempre più necessarie e urgenti per assicurare un futuro al Pianeta, all’economia e soprattutto alle Persone. Costruire e dunque preservare un ambiente che sia vivibile per le nuove generazioni è una delle principali missioni che l’Unione europea si è data con il Green Deal. Ma ci sono settori oggi dell’economia europea i cui progressi tecnologici sono meno noti eppure cruciali: mi riferisco all’agricoltura.

Basti pensare che lo sviluppo delle tecniche di precisione in agricoltura possono rivoluzionare, letteralmente, i metodi tradizionali di coltivazione apportando notevoli benefici anche all’ambiente oltre che alla sicurezza e alla sovranità alimentare dell’Unione europea. L’ho toccato con mano nel mio viaggio in Israele, attraverso le campagne di Tel Aviv, dove l’agricoltura 4.0 e la gestione delle risorse idriche sono all’avanguardia e possono costituire un modello anche per l’Europa.

Ora, l’estate 2023 – in modo particolare giugno e luglio – passerà alla storia come la più calda di sempre negli ultimi anni duranti i quali il declino climatico si è enormemente aggravato.

 

Se, da un lato, l’Unione europea è da anni al lavoro per elaborare norme ambientali sempre più stringenti per i settori dell’industria e dell’energia al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra, o ancora, ha introdotto nuove regole che incidono sull’impatto ambientale delle città e infine sulla qualità dei consumi delle famiglie, dall’altro, in agricoltura, dopo la Politica Agricola Comune e la Strategia Farm to Fork, l’Unione europea sta elaborando delle nuove norme per permettere anche agli agricoltori e agli allevatori di contribuire concretamente alle azioni di mitigazione del cambiamento climatico.

Come?

LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE UE

Attraverso il carbon farming o i meccanismi di assorbimento del carbonio. Nella pratica questo significa rimuovere l’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera terrestre attraverso soluzioni naturali e/o tecnologiche. In questo articolo, spiego nel dettaglio lo strumento.

Per raggiungere tale obiettivo, a novembre dello scorso anno, la Commissione europea ha avanzato la proposta di creare il primo quadro europeo per certificare, in modo affidabile e su base volontaria, gli assorbimenti di carbonio del settore agricolo.

Con la proposta di regolamento, la Commissione europea punta a promuovere le migliori soluzioni per il sequestro e/o l’assorbimento del carbonio, contribuendo ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima, ambiente e neutralità climatica, previsti nel Green Deal e nell’accordo di Parigi del 2015 al 2030 e al 2050.

Il 30 agosto, in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, abbiamo votato il testo del regolamento, sul quale ho presentato alcuni emendamenti utili a migliorare l’indirizzo di tale strumento. Su sei emendamenti da me presentati cinque sono passati – Amendments MEP Rondinelli – Establishing a Union certification framework for carbon removals – e sono confluiti nel testo votato in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

CON IL CARBON FARMING, SUL CLIMA AGRICOLTORI AL CENTRO

L’adozione su più vasta scala delle attività di sequestro e/o assorbimento del carbonio nei suoli agricoli tramite adeguate pratiche di gestione dei terreni rappresenta un grande potenziale per contribuire agli obiettivi climatici dell’Unione e per conseguirli.

Attraverso azioni di sequestro e/o assorbimento del carbonio nei suoli agricoli, gli agricoltori, i proprietari e i gestori di foreste saranno in grado di apportare valore aggiunto ed effetti positivi sull’ambiente, la biodiversità e la sicurezza alimentare dell’Europa. Sono dell’idea che occorra quindi sviluppare sistemi solidi, volontari, credibili e accessibili che riconoscano il ruolo degli agricoltori e delle loro attività nell’ambito della cattura e/o assorbimento del carbonio.

Ci sono diversi modi per rimuovere e immagazzinare il carbonio. Tutti possono essere certificati nell’ambito del quadro europeo:

  • Soluzioni basate sulla natura, come il ripristino di foreste, suoli e pratiche agricole innovative
  • Tecnologia, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio, o la cattura e lo stoccaggio diretto del carbonio nell’aria
  • Prodotti e materiali di lunga durata, come la costruzione a base di legno.

ANCHE PER IL CARBON FARMING, OBIETTIVI AMBIZIOSI MA REALISTICI

Gli effetti del cambiamento climatico sono sotto i nostri occhi e mettono a dura prova la resistenza e la resilienza dei nostri sistemi di produzione agricola e l’allevamento, così come la biodiversità che caratterizza il nostro territorio. Una minaccia concreta che dobbiamo affrontare al più presto con una dose di sano e indispensabile pragmatismo che non può che mettere al centro l’insostituibile e prezioso contributo di agricoltori e allevatori.

In più occasioni, ho ribadito, come i nostri agricoltori e allevatori, devono essere messi nelle condizioni di diventare i protagonisti di una transizione ecologica ambiziosa e al tempo stesso realistica. La sostenibilità di un settore strategico e vitale per l’Italia e tutta l’Unione europea va declinata anche in chiave economica e tecnica, oltre che ambientale.

Per questo va riconosciuto agli agricoltori e agli operatori del settore agricolo nel suo insieme un adeguato sostegno per le attività svolte a tutela dell’ambiente e della riduzione delle emissioni iniziando proprio con il regolare il carbon farming, ovverosia tutti quei meccanismi affidabili e sicuri di cattura e/o assorbimento del carbonio.