Biotecnopolo di Siena, se hub muore sconfitta per il SSN

Biotecnopolo di Siena

Roma, 27 febbraio 2024 – Condivido l’amarezza e le legittime preoccupazioni che il Professore Rino Rappuoli ha confidato in una intervista su Repubblica, è inaccettabile e sbagliato che una realtà d’eccellenza per la ricerca scientifica, come il Biotecnopolo di Siena, sia condannata a un limbo a due anni dalla sua nascita nel 2022. Come Deputata del Parlamento europeo in Commissione Occupazione e Affari Sociali, il 5 dicembre dello scorso anno ho promosso e organizzato l’evento Eu Vision On Pandemic Preparedness and Antimicrobial Resistance, tra gli ospiti anche il Professore Rino Rappuoli, Direttore scientifico della Fondazione Toscana Life Sciences e primo socio fondatore del Biotecnopolo di Siena.

[L’evento] é stata un’occasione preziosa per mostrare – anche al governo Meloni che su questa partita è latitante – l’impegno e la passione di chi lavora per una visione innovativa, e soprattutto, utile alla collettività quando è in gioco il diritto fondamentale alla salute. Il Biotecnopolo di Siena è una realtà d’eccellenza, è giusto che riceva il riconoscimento che merita in particolare come hub anti-pandemico fondamentale per l’Italia e il territorio toscano. Ed è una follia non scommettere su questo hub che vanta ricercatori da Premio Nobel, lasciando al caso la gestione delle pandemie e la ricerca e l’innovazione in ambito sanitario.

IL CENTRO ANTI PANDEMICO

Nato nel 2022 con il governo Draghi, il Biotecnopolo di Siena nel 2024 è finanziato con 16 milioni di euro. Questo hub ha lo scopo di promuovere e di sviluppare la ricerca applicata e l’innovazione nel campo delle biotecnologie, delle scienze della vita, al fine di contrastare le pandemie, svolgendo anche funzioni di promozione e di coordinamento delle attività di studio, di ricerca, di sviluppo tecnico-scientifico e di trasferimento tecnologico e dei processi innovativi tramite una propria e dedicata articolazione denominata Centro nazionale anti-pandemico-CNAP, a cui sono stati destinati 340 milioni di euro fino al 2026 (come disposto dalle azioni complementari del PNRR).

Se questa realtà muore significa che non abbiamo imparato nulla dagli errori della pandemia di Covid-19, e perderemo tutti. Peggio, sarà una sconfitta per il Servizio Sanitario Nazionale massacrato dai tagli e sull’orlo del collasso, oltre che una mancata opportunità di investire bene le risorse europee.