Il settore dell’assistenza e della cura è stato per troppi anni trascurato da governi e istituzioni.
È pensando ai lavoratori, e soprattutto alle donne, che, in Commissione Occupazione e Affari Sociali, ho valutato in modo molto positivo la nuova Strategia europea sul CARE – “Verso un’azione comune europea sulla cura”.
Strategia sulla quale ho presentato diversi emendamenti allo scopo di migliorarne l’efficacia.
L’importanza della cura e dell’assistenza
Attraverso questa Strategia, l’Unione europea si prefigge l’obiettivo di migliorare le condizioni occupazionali e i servizi offerti dal settore dell’assistenza e della cura. Rivelatisi cruciali durante l’emergenza sanitaria degli ultimi due anni.
Il prezioso lavoro degli operatori sanitari formali ed informali è finito al centro del dibattito pubblico e politico nazionale ed europeo. L’Unione europea ha individuato diverse criticità, alcune delle quali legate alle condizioni di lavoro altre, invece, alla questione di genere.
Durante la fase più acuta della pandemia, abbiamo toccato con mano lacune e inefficienze dei servizi di assistenza sociosanitaria.
Anni di tagli e di Austerity hanno impoverito il settore, aumentando le fila di chi presta assistenza cosiddetta informale. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha misurato il lavoro di assistenza e di cura non retribuito, scoprendo che nella maggioranza dei casi esso grava sulle donne.
Il fenomeno ha una portata mondiale: il 76,2% delle ore totali di lavoro non retribuito nel settore è svolto dalle donne che, in base ai dati aggiornati al 2018, “hanno affermato di non essere riuscite ad entrare nel mercato del lavoro a causa del lavoro non retribuito di assistenza e di cura”.
La situazione in Italia
Declino demografico e invecchiamento della popolazione sono due delle principali ragioni per cui aumenterà la domanda di servizi di assistenza e di cura.
In modo particolare in Italia. Dove l’età media della popolazione è tra le più alte in Europa e nel mondo, e dove al tempo stesso le nuove nascite, negli ultimi due decenni, non compensano invecchiamento e decessi. In prospettiva, il lavoro dell’assistenza e della cura aumenterà per gli anziani e diminuirà per l’infanzia.
Per l’Italia l’OIL, stima che nel 2030 vi sarà una elevata dipendenza degli anziani dalle persone in età lavorativa. E che “per ogni 100 potenziali assistenti non retribuiti ci saranno almeno 10 persone in buona salute di età pari o superiore all’aspettativa di vita”. Questo perché – spiega l’OIL – nel nostro Paese il 3,4% della popolazione in età lavorativa vive in famiglie allargate. La media europea è del 9,9%.
Assistenza e cura, la questione di genere
In relazione al tempo dedicato alle attività di assistenza e cura, le donne svolgono 5 ore e 5 minuti di lavoro non retribuito al giorno, mentre gli uomini un’ora e 48 minuti.
Le donne quindi, si fanno carico del 74 per cento del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura. Questo dato pone l’Italia al quinto posto nel continente europeo, dopo Albania, Armenia, Portogallo e Turchia.
Sommando il tempo di lavoro retribuito con il tempo di lavoro non retribuito di assistenza e cura, la giornata lavorativa è mediamente più lunga per le donne (6 ore e 48 minuti) rispetto a quella degli uomini (5 ore e 31 minuti).
Questo fa sì che le donne abbiano meno tempo libero. Una condizione che penalizza enormemente la qualità della loro vita.
Le risorse del Pnrr e i servizi di assistenza e cura
Per l’Italia, il Piano nazionale di ripresa e resilienza offre una grande opportunità di investimento e contrasto al lavoro non retribuito delle donne nel settore dell’assistenza e della cura.
La missione 6 PNRR, infatti, prevede investimenti volti al miglioramento delle prestazioni mediche e di assistenza alla persona erogate sul territorio. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso:
- il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali, come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità.
- il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni. In particolare coloro che hanno patologie croniche o non sono autosufficienti.
- lo sviluppo della telemedicina e l’assistenza remota.
Assistenza e cura, stop al lavoro non retribuito
Il problema del lavoro informale e della “segregazione” delle donne in questo settore non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Europa. Dove invecchiamento e declino demografico sono sempre più diffusi.
Sono convinta che una legge europea sia necessaria per riorganizzare tutto il settore che ha un cruciale ruolo socio-economico. Nei miei emendamenti alla Strategia CARE ho prima di tutto sottolineato l’importanza di rafforzare la dimensione sociale e di creare una società più equa, più giusta, più sostenibile e più resiliente.
La Strategia UE deve contrastare la povertà lavorativa e mettere fine al lavoro non retribuito, perché per fornire servizi di assistenza e di cura di qualità è fondamentale non solo una forza lavoro ampia e ben formata, ma anche e soprattutto condizioni dignitose e salari adeguati.
Essa dovrà ricomprendere anche il lavoro domestico di assistenza e di cura, al fine di assicurare lo sviluppo delle competenze professionali e una giusta remunerazione. Sarà altrettanto vitale sostenere lo sviluppo del settore impendendo però che rimanga appannaggio esclusivo del lavoro femminile.
Un’altra strada da percorrere per risolvere la questione di genere e rompere così con una assurda disparità sociale che vede principalmente gli uomini retribuiti e le donne invece non retribuite per il lavoro di assistenza e di cura.
Per non lasciare, concretamente, indietro nessuno.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, non iscritti.
Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.