La Risoluzione di iniziativa legislativa approvata lo scorso 21 novembre dal Parlamento europeo ha rappresentato un passaggio molto importante per gli artisti e i creativi in Europa.
La risoluzione rappresenta l’apripista verso una legge europea per la tutela sociale e professionale delle lavoratrici e dei lavoratori della cultura, del cinema, della musica, dell’arte, dello spettacolo e dei creativi, e per la valorizzazione di tutte le realtà imprenditoriali sane e di qualità.
L’IMPEGNO DEL PARLAMENTO EUROPEO PER ARTISTI E CREATIVI
Come già vi ho raccontato in questo articolo (leggi qui), in qualità di relatrice ombra del Gruppo dei Socialisti e Democratici in Commissione Lavoro e Affari sociali, mi sono impegnata a garantire diritti e tutele certe a milioni di lavoratrici e lavoratori e a tutelare le imprese, le associazioni, le cooperative e tutti gli organismi autonomi che operano nel settore. Abbiamo finalmente detto basta ai falsi-autonomi e sì al lavoro di qualità e agli investimenti in cultura e creatività.
Successivamente al voto del Parlamento, la Commissione europea ha a disposizione tre mesi di tempo per rispondere alla nostra iniziativa parlamentare. E presentare delle proposte vincolanti, in linea con la nostra risoluzione.
Non più di un paio di mesi fa, ho avuto un eccellente incontro con il Commissario europeo per il Lavoro e i Diritti sociali, Nicolas Schmit. Si è detto pienamente d’accordo con le proposte che io e il collega Domenèc Ruiz Devesa abbiamo presentato. Dal dialogo avuto con il Commissario, è emersa la volontà di presentare una proposta alla Commissione europea per dare seguito al nostro lavoro. Il nostro candidato alla presidenza dell’Esecutivo europeo ha preso subito a cuore le difficili condizioni di vita e professionali in cui versano milioni di lavoratori e lavoratrici che animano un settore importante per l’Unione europea.
PROFESSIONISTI CON POCHE TUTELE
Stiamo parlando di una categoria che costituisce il 3,8% della forza lavoro dell’Ue e rappresenta il 4,4% del Prodotto interno lordo. Eppure tutti questi lavoratori e lavoratrici non sono mai stati adeguatamente tutelati e protetti.
Come sappiamo il settore è caratterizzato da modelli di lavoro atipici, reddito irregolare e minori possibilità di contrattazione collettiva. Solo in Italia ci sono almeno 400mila addetti censiti ma il numero è decisamente più alto. L’arte, la cultura, la creatività sono una ricchezza e un patrimonio inestimabile di bellezza e conoscenza.
LE PERDITE DEL SETTORE ARTISTICO E CREATIVO NEL 2020
Tutelare questa categoria è stato uno dei primi impegni assunti dall’UE nel mezzo dell’emergenza pandemica. Le restrizioni imposte per limitare la diffusione del Covid-19 ha cancellato ricavi e fatturati. Secondo gli ultimi dati disponibili, il settore culturale e creativo dell’Unione europea ha subìto perdite pari al 31% nel 2020 rispetto al 2019. Una perdita cumulativa di 199 miliardi di euro – con i settori della musica e delle arti e infine dello spettacolo che hanno subito danni economici rispettivamente del 75% e del 90% sempre rispetto al 2019.
Nel contesto di una ripresa post pandemica, costellata di problemi e rischi, artisti, tecnici specializzati, addetti ai musei, ai teatri e ai cinema stanno tentando ancora di riprendersi, consci della crisi economica che serpeggia in Europa alle prese con la guerra e la inflazione e altre minacce. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ad esempio, si teme possa creare una concorrenza senza precedenti, cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Questo insieme di difficoltà, ha portato il legislatore europeo a intervenire per definire e migliorare condizioni di protezione sociale e salariale degli artisti e dei creativi e chiedere una normativa specifica per regolare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale cosiddetta generativa che negli US ha spinto centinaia di migliaia di addetti ai lavori – autori, sceneggiatori e attori – a scioperare per 200 giorni spaventati dall’utilizzo deregolamentato dell’IA.
LE MIE PROPOSTE PER SOSTENERE ARTISTI E CREATIVI
Il lavoro svolto sulla proposta di Direttiva europea per la tutela degli artisti e dei creativi è stato tutto finalizzato a fornire al settore artistico-culturale e creativo un quadro normativo comune a beneficio di attori, addetti alla cultura, content creator, giornalisti che da anni soffrono per compensi bassi, precarietà, discontinuità reddituale e devono vedersela con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale.
Nello specifico ho chiesto e ottenuto:
- Stop ai tirocini gratuiti
- Stop ai falsi autonomi
- Sì a salari equi e adeguati
- Sì alla indennità di discontinuità
- Sì alla valorizzazione dei titoli di studio
- Introduzione di limiti e regole per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.
COSA FARÀ LA COMMISSIONE ADESSO?
Ritengo positivo che la Commissione europea, nella sua lettera di risposta alle richieste inviate da noi parlamentari, si sia fatta effettivamente carico di dare seguito alle indicazioni del Parlamento.
In particolare, la Commissione si è impegnata ad avviare una più proficua e intensa collaborazione con le parti sociali europee per valutare ulteriori soluzioni, necessarie a migliorare la condizione dei lavoratori e dei professionisti creativi.
Rispetto al lavoro sommerso e al contrasto al fenomeno dei falsi autonomi, la Commissione ha ribadito che è già in corso uno studio per analizzare le caratteristiche occupazionali dei settori culturali e creativi.
Per ciò che riguarda la rivoluzione che l’Intelligenza Artificiale sta già producendo sul settore, la Commissione europea afferma di avere in programma ulteriori norme di trasparenza mirata per i modelli di IA. Così come si impegna a garantire un’efficace trasposizione e applicazione della direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale per garantire una equa retribuzione agli artisti.
Si tratta di buoni punti di partenza. Permane però l’invito a dare presto concretezza ad una direttiva vera e propria per i lavoratori e le lavoratrici del settore. L’Europa deve dimostrare di essere al loro fianco e di impegnarsi per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di donne, uomini e giovani che meritano diritti e tutele certe, a lungo, invece, negati. L’UE quindi deve mantenere fede alle promesse avanzate in tempo di crisi pandemica, anche perché, al di là del Covid-19, permangono problemi e criticità che vanno affrontati e risolti senza ulteriori rinvii.