La manifestazione CGIL ‘Italia e Europa, ascoltate il lavoro’ è stata una occasione importante, ad un anno di distanza dal violento assalto alla sede nazionale del sindacato per mano di neofascisti e No Vax, per condannare nuovamente quell’episodio che ha brutalmente offeso la nostra democrazia.
La manifestazione è stata anche l’occasione per sottolineare la necessità di affrontare con urgenza i temi sociali più stringenti che continuano a essere al centro del mio lavoro al Parlamento europeo.
Morti bianche e incidenti sul lavoro
Il tema della salute e della sicurezza sul lavoro, ad esempio, continua a non ricevere la giusta attenzione, se non in occasione di eventi tragici che coinvolgono donne, uomini e giovani che allungano la lista delle morti bianche nel nostro Paese.
I dati sugli infortuni sul luogo di lavoro sono purtroppo drammatici: 677 persone morte dall’inizio del 2022; 3 vittime al giorno, a cui si sommano gli oltre 2mila lavoratori che hanno un incidente sul lavoro e quelli che contraggono una patologia (+7,9%).
In Europa ho dato il mio pieno sostegno alla “Strategia Salute e Sicurezza post 2020”, contribuendo a migliorarne sensibilmente il testo con diversi emendamenti. Ho molto insistito sulla necessità di investire di più su controlli e ispezioni e sull’applicazione di severe sanzioni per i trasgressori.
Serve una legge europea che regoli l’uso degli algoritmi
Ma ancora di più serve incentivare una nuova cultura della sicurezza che ponga estrema attenzione all’ascesa degli algoritmi, alla base della cosiddetta economia dei lavoretti che allunga le fila dei lavoratori atipici, con pochissimi diritti e tutele. L’estrema pervasività dell’intelligenza artificiale nell’ambito lavorativo va regolamentata con urgenza.
Servono regole chiare che rendano trasparenti e accessibili gli algoritmi alle parti sociali e alle autorità di ispezione.
Casi come quello del giovane rider morto a Firenze al quale è stata recapitata una mail di licenziamento dopo il fatale incidente, fanno comprendere l’assoluta spersonalizzazione di questi strumenti di organizzazione del lavoro.
Da tempo insisto sulla necessità di una proposta di legge da parte della Commissione europea su questo tema. Ne abbiamo bisogno per tutelare tutti i lavoratori e la loro salute fisica e mentale ma anche per garantire una concorrenza leale tra le aziende.
Giovani e mercato del lavoro
Un altro aspetto sul quale non mi stancherò mai di insistere è quello di agire per colmare finalmente il ritardo da oltre 30 anni l’Italia ha accumulato riguardo all’adozione di adeguate politiche attive sul lavoro. Ritardo che ha reso il nostro Paese sempre meno attrattivo per i giovani. Molti dei quali fuggono all’estero nella speranza di vedersi riconosciuti i meriti dei loro studi e del loro lavoro.
Chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro ha bisogno di vere opportunità. Non di stage e tirocini gratis o pagati male.
Uno stage su due in Europa è gratuito. Questa ingiustizia sociale deve finire. Sono stata molto soddisfatta quindi dell’approvazione del mio emendamento che garantisce il salario minimo ed equo anche per stage e tirocini. E sono stata contenta di vedere che il Parlamento europeo ha detto sì all’emendamento rientrato nel testo Orientamento delle politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione.
Salario minimo ed equo subito
Salari dignitosi rappresentano la base essenziale per sconfiggere la povertà. Il nostro Paese ha un grave problema in questo senso: il numero dei lavoratori poveri continua ad aumentare, così come rimangono costanti i dati riguardanti quanti si trovano in una situazione di povertà assoluta.
Al Parlamento europeo ho appoggiato con convinzione l’idea di una direttiva sul reddito minimo. E ho sostenuto le raccomandazioni della Commissione su come migliorare questa misura sociale.
Tanto è vero che continuo a difendere il reddito di cittadinanza che, al contrario di quanto sostenuto dai suoi detrattori, non va abolito e neppure ridimensionato. Penso invece che debba essere potenziato. In particolare, penso sia necessario allargare la platea di coloro che ne hanno diritto. Modificando i requisiti di accesso e avviando al più presto politiche attive per il lavoro che siano realmente efficaci.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto. Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.