La Strategia Farm to Fork è nata anche per promuovere la salute dei cittadini europei attraverso la costruzione di un modello di sana alimentazione.
Secondo la definizione fornita dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la salute è uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come l’assenza di malattia o infermità”.
L’importanza dell’educazione a una sana alimentazione
Nella Strategia Farm to Fork abbiamo puntato molto sia sul livello informativo sia su quello educativo.
Sono convinta che l’Unione europea non debba dare seguito a meccanismi che in qualche modo influenzino, peraltro in modo negativo, le abitudini alimentari dei consumatori europei.
Al contrario, ha il dovere di garantire la trasparenza e la qualità dei prodotti che mettiamo tutti i giorni a tavola.
Perché si diffonda davvero un modello di vita sano ed equilibrato dal punto di vista nutrizionale è “fondamentale educare i cittadini fin dalla scuola primaria”.
L’educazione non consiste solo nel mettere nella mani dei giovani le informazioni necessarie per scegliere consapevolmente come e cosa mangiare. Ma anche quali prodotti rispettano determinati standard ambientali, di sicurezza e sociali.
Negli emendamenti approvati ho spiegato che: la “trasparenza e la corretta indicazione delle informazioni” è la “chiave per agevolare scelte sane, sostenibili a prezzi accessibili.
E per “promuovere e incoraggiare modelli di consumo favorevoli alla salute umana” , al fine di garantire un uso sostenibile delle risorse naturali.
Abbiamo chiesto che nelle mense scolastiche europee i bambini e i ragazzi possano consumare prodotti biologici, a denominazione di origine, o provenienti comunque da filiere corte proprio per trasmettere il valore dei cibi di qualità.
Il nuovo approccio educativo non può prescindere dal rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo lungo tutta la filiera agroalimentare: dalla produzione, alla trasformazione fino alla distribuzione. Mangiare in modo sano e consapevole significa anche questo.
La promozione dei prodotti agricoli nell’UE
Nel lavoro di miglioramento del testo della Strategia Farm to Fork ho ritenuto quindi importante sollecitare la revisione del programma di promozione dei prodotti agricoli e alimentari dell’Unione europea, compresi i programmi scolastici.
A questo scopo, nel 2021 la Commissione europea ha stanziato 182,9 milioni di euro per finanziare attività di promozione dei prodotti agroalimentari europei dentro e fuori l’UE.
In linea con le disposizioni del Green New Deal, la Commissione Ue ha rivolto maggiore attenzione ai prodotti BIO, all’agricoltura sostenibile e al ruolo chiave del settore agricolo per la tutela dell’ambiente e del clima.
Chiediamo però che queste attività di promozione coinvolgano anche i prodotti a denominazione. Essi non possono essere penalizzati, anche perché sempre più spesso sono oggetto di imitazioni o frodi.
Nel corso degli anni, sappiamo che la politica di promozione dei prodotti agroalimentari ha contribuito a migliorare il grado di conoscenza dei cittadini europei sugli standard applicati ai metodi di produzione e sui regimi di qualità.
La sana alimentazione si impara da piccoli
Credo sia necessario dare spazio il più possibile ad azioni di promozione indirizzate all’educazione alimentare. Fin dalla scuola primaria deve essere chiaro quanto sia importante consumare frutta e verdura in quantità adeguate.
Gli ultimi dati rilevati da Eurostat sul consumo di frutta e verdura tra i paesi membri indicano che circa una persona su quattro mangia frutta e verdura almeno due volte al giorno. Un altro 37% della popolazione le consuma invece una volta al giorno.
Mentre il restante 36% ne fa uso meno frequentemente o per niente nell’arco di una settimana.
Tra gli Stati membri dell’UE, l’assunzione giornaliera è più diffusa in Italia (85% della popolazione) e in Portogallo (81%). Agli ultimi posti ci sono alcuni Stati dell’Est Europa, dove meno del 40% della popolazione mangia frutta e verdura ogni giorno. Lettonia (35%), Bulgaria e Lituania (entrambe il 37%).
L’Italia prima in Europa per consumo di ortofrutta
Secondo l’Osservatorio Nomisma, nel 2020 il consumo pro capite annuo di ortofrutta fresca in Italia è stato di 160 kg. Di gran lunga superiore a quello di molti paesi europei come la Germania (che si ferma a 109 kg) o il Regno Unito (101 kg).
L’Italia, infatti, è all’ultimo posto tra i paesi europei per percentuale di popolazione adulta in sovrappeso. Ci sono però molte cattive abitudini alimentari ancora da scardinare.
I dati registrati dall’Osservatorio Okkio alla salute dell’Istituito Superiore di Sanità, mostrano che quasi un bambino su due non fa una colazione adeguata al mattino, uno su quattro beve quotidianamente bevande zuccherate o gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno.
Ho proposto che i programmi scolastici europei vengano modificati in modo armonizzato. Prevedendo un filone educativo specifico proprio sul tema della sana alimentazione, per consentire all’Europa di arrivare a costruire un modello agricolo sostenibile a 360°.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
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