Ogni anno, al Parlamento europeo la Presidente della Commissione europea si rivolge agli eurodeputati e alle eurodeputate raccontando i risultati ottenuti e tracciando nuovi obiettivi programmatici. Il Discorso sullo Stato dell’Unione, dunque, è il momento politico più importante dell’anno per la Democrazia europea.
L’ultimo, pronunciato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen è stato sicuramente il più delicato e al contempo il più significativo perché questa Legislatura, iniziata nel 2019 si concluderà a giungo 2024 in occasione delle Elezioni europee. Una Legislatura straordinaria sotto tanti punti di vista. La pandemia Covid 19 è stata una tragedia umana e sanitaria senza precedenti per l’Unione europea. La crisi che ne è scaturita è stata però all’origine di politiche europee nuove. Di rottura.
Penso, infatti, alle politiche sociali e quelle sul lavoro – dall’esperienza dello SURE alla direttiva sui salari minimi adeguati per arginare la disoccupazione e rilanciare il lavoro –; ma anche alla sospensione del Patto di Stabilità e Crescita su cui è stata avviata dopo anni una riforma necessaria e strategica. O ancora al Green Deal e alla accelerazione per mitigare gli effetti negativi della crisi climatica, al Next Generation EU con cui per la prima volta i paesi europei hanno acconsentito alla condivisione dei rischi e degli obiettivi per realizzare uno sviluppo sostenibile per tutti e tutte.
Infine, alla risposta decisa, rapida e compatta alla aggressione brutale della Russia ai danni dell’Ucraina che a distanza di un anno e mezzo dal suo inizio impegna ancora l’Europa sia sul piano umanitario sia finanziario al fianco di Kiev in difesa del diritto all’autodeterminazione dei Popoli.
IL DISCORSO DI URSULA VON DER LEYEN
Il Discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato da Ursula von der Leyen è stato sicuramente un elenco ricco dei traguardi raggiunti, nonostante la pandemia Covid 19 e la crisi che ne è scaturita della quale tutti i paesi europei continuano a pagare le conseguenze. L’inflazione infatti resta ancora elevata e lontana dal due per cento pre-pandemia.
Per contrastarla, la Banca Centrale europea ha avviato una politica monetaria restrittiva alzando i tassi di interesse. Rialzi che se in parte stanno producendo gli effetti sperati – l’OCSE ha previsto un deciso rallentamento della inflazione nel 2024 nell’area euro – stanno però sollevando preoccupazioni per le famiglie e le imprese e soprattutto per il processo di riforma del Patto di Stabilità e Crescita. Tale riforma per incidere davvero dovrà mettere fine una volta per tutte a una impostazione basata sulla austerità e l’eccessivo rigorismo delle politiche di Bilancio e di finanza pubblica.
Nel complesso, il Discorso pronunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen, in occasione della Plenaria del 13 settembre scorso, è stato utile per individuare alcuni temi, a me particolarmente cari, e avviare così delle riflessioni politiche e programmatiche che torneranno in campagna elettorale per le Europee 2024.
AGRICOLTURA E SOSTENIBILITÀ, DIALOGO STRUTTURATO
Ho sempre sostenuto che gli obiettivi fissati dal Green Deal devono necessariamente essere ambiziosi per affrontare le grandi sfide ambientali e climatiche che ci aspettano nei prossimi anni. Allo stesso modo però questi stessi obiettivi devono essere pienamente sostenibili anche dal punto di vista sociale ed economico per coloro che devono mettere in atto le grandi trasformazioni necessarie a realizzare la transizione ecologica. Penso ad esempio al grande lavoro svolto dagli agricoltori, impegnati a tutelare la biodiversità dei nostri territori e a sviluppare sistemi di coltivazione e allevamento in linea con gli standard ambientali sempre più stringenti richiesti dall’Unione europea.
Sono molto soddisfatta quindi che la Presidente abbia sottolineato l’importanza di mettere al centro delle politiche agricole comunitarie gli agricoltori e gli allevatori. È così che è nata l’idea di chiedere alla Presidenza di turno affidata attualmente alla Spagna di valutare l’avvio di un dialogo strutturato con gli operatori di un settore, come quello agricolo e zootecnico, sempre più strategico e vitale. Per avvicinarli alle Istituzioni europee ma anche alle amministrazioni e permettergli di contribuire in modo decisivo alla elaborazione di politiche e interventi legislativi ed economici utili per sostenere e rafforzare l’agricoltura europea e metterla al riparo da minacce interne ed esterne.
Dobbiamo affrontare queste nuove sfide insieme agli uomini e alle donne impegnati nel settore agricolo. È l’unico modo per garantire la nostra sicurezza alimentare anche in futuro. Sono profondamente convinta che l’agricoltura e la tutela della natura possano andare di pari passo.
LAVORO, DIRITTI E PARITÀ DI GENERE
Sul fronte del lavoro, della occupazione e dei diritti sociali siamo riusciti, in questi anni, a fare passi in avanti prima inimmaginabili quando l’austerità e il rigorismo di Bilancio erano gli unici fari a guidare l’Unione europea e con risultati decisamente negativi per la vita dei cittadini e delle cittadine e la qualità stessa dell’attività legislativa e politica dell’UE.
Sono orgogliosa di avere concluso il lungo e duro iter di approvazione della direttiva sul salario minimo, uno dei primi punti programmatici voluti dalla Presidente von der Leyen all’indomani della sua elezione da parte del Parlamento europeo.
Abbiamo garantito diritti e tutele e soprattutto regole chiare a favore dei gig workers, a lungo lasciati nella più completa deregolamentazione e solitudine; tracciato una Strategia post 2020 per il 2030 sulle morti bianche, tema che mi sta particolarmente a cuore e sul quale molti paesi europei sono indietro e non solo l’Italia dove le vittime del lavoro sono una piaga sociale.
VIOLENZA SULLE DONNE REATO COMUNITARIO
In questa Legislatura abbiamo fatto passi in avanti anche sulla parità di genere che riguarda prima di tutto il mondo del lavoro. Abbiamo fissato infatti uno dei principi, a mio avviso, più importanti per colmare tale divario grazie all’approvazione della direttiva sulla trasparenza retributiva.
Non c’è nessun motivo per cui, a parità di mansioni, una donna debba guadagnare meno di un uomo.
L’Unione europa ha approvato tutta una serie di provvedimenti importanti, quali la direttiva sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione fino alla recente e storica adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul. Tuttavia c’è ancora molta strada da fare.
“Senza libertà dalla violenza
non può esserci vera parità”.
Un “No” è un “No”, ha affermato con forza la Presidente della Commissione europea durante il suo discorso. Sostengo pienamente questo principio, giusto e sacrosanto. Come Unione europea perciò dobbiamo riconoscere la violenza sia fisica sia psicologica sulle donne come reato comunitario. E cercare, quindi, con tutti gli strumenti adeguati di combattere stereotipi e luoghi comuni che costringono le donne a subìre violenza o a morire per mano degli uomini. Nella stragrande maggioranza dei casi, mariti, compagni o ex. Infine, alle donne vanno garantite tutele e protezione sociale con investimenti ad hoc.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, SFIDE E OPPORTUNITÀ
Un altro tema che mi sta particolarmente a cuore è l’impatto delle nuove tecnologie nella vita quotidiana delle persone e del loro lavoro e dei servizi. Durante la pandemia abbiamo visto quanto il digitale può essere essenziale per garantire il proseguimento di tante attività.
Sono convinta che l’Intelligenza artificiale giocherà un ruolo di primo piano nel migliorare molti aspetti della nostra esistenza. Già ora possiamo osservare come essa sia un grande supporto per la medicina, la produttività e per far fronte ai cambiamenti climatici.
Ma non possiamo sottovalutare le reali minacce che ne derivano. L’intelligenza artificiale è una tecnologia potente e adattabile per un’ampia gamma di impieghi, civili e militari. E si sta evolvendo più rapidamente di quanto immaginassero i suoi stessi creatori. Il suo sviluppo ha bisogno di una cornice di regole chiare e definite per evitare che la deregolamentazione attuale si trasformi in una minaccia per l’umanità.
Per questo la nostra prima priorità è garantire che l’intelligenza artificiale abbia uno sviluppo antropocentrico, trasparente e responsabile.
Come vi ho già raccontato, mi sto impegnando in prima persona su questo fronte. Ad esempio, sono relatrice di una proposta legislativa vincolante per un quadro europeo su “la situazione sociale e professionale degli artisti e dei lavoratori dei settori culturali e creativi” che sono tra i primi a risentire degli effetti dell’utilizzo massivo di questa tecnologia sul loro lavoro.
MIGRAZIONI ANCORA SENZA UNA SOLUZIONE
Uno degli aspetti che mi vede più critica nei confronti di quanto raccontato dalla Presidente nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione riguarda le modalità con le quali l’Europa intende affrontare la forte pressione migratoria. L’Italia è sicuramente in prima linea sul fronte della accoglienza e soffre i rimpalli di responsabilità e i rinvii a mettere mano a una strategia condivisa per la gestione dei flussi.
La soluzione non può, però e in nessun modo, essere replicare accordi come quello firmato con la Tunisia. È un gravissimo errore che legittima la sistematica violazione dei diritti umani oltre che uno spreco di risorse. Nelle stesse ore in cui sto scrivendo questo ricco e lungo editoriale, affinché possiate comprendere l’ampiezza delle sfide che attendono l’Europa nei prossimi anni, è emersa tutta la inadeguatezza dei sovranisti nel fornire risposte adeguate su questo tema.
SBAGLIATO RINCORRERE LE DESTRE EUROPEE
La Presidente von der Leyen, infatti, ha sbagliato a rincorrere le destre europee sulle migrazioni da sempre oggetto di una forte e controproducente propaganda degli ultraconservatori. Trovo imperdonabile l’avere siglato un memorandum con un dittatore e peraltro prima ancora del via libera dei Capi di Stato e di Governo. Grave l’avere fatto credere ai cittadini e alle cittadine europee che bastasse promettere soldi pubblici a Paesi dove domina il caos politico e sociale per mettere fine alle partenze.
Ancora meno brillante la passerella a Lampedusa. E l’annuncio dell’ennesimo piano in dieci punti che mette all’angolo la battaglia principale: quella sulla Riforma dei Regolamenti di Dublino. Spalleggiare i governi di destra e i sovranisti, da Meloni a Orbàn, è stato un errore che credo la Presidente von der Leyen pagherà a caro prezzo.
In più occasioni, ho ribadito che le basi per una buona politica migratoria passano da una visione intelligente e lungimirante sulla gestione delle frontiere esterne e su investimenti nell’ambito dell’accoglienza e dell’integrazione a livello diffuso sui territori.
Serve programmazione, solidarietà e azioni condivise da parte di tutti i paesi europei. Occorre isolare, invece, quelle forze politiche che mirano a dividere e spaventare. Noi del Partito Democratico, abbiamo appena elaborato un piano alternativo sulle migrazioni per contrastare il caos in cui è finito il nostro Paese per mano del governo Meloni e di una Europa fin troppo debole e divisa.