Ogni anno l’Italia consuma 33 miliardi di metri cubi di acqua di cui circa la metà viene usata in agricoltura. Intanto, per effetto del cambiamento climatico, la siccità sta drasticamente limitando l’accesso all’acqua ai cittadini, colpendo duramente anche le coltivazioni e l’ambiente.
L’agricoltura 4.0 prevista nella nuova PAC offre agli agricoltori finanziamenti consistenti per limitare il consumo di acqua. Ma non basta! La sfida più grande è quella di allungare il ciclo di vita dell’acqua, tenendo conto che negli ultimi anni la siccità ha duramente colpito anche i Paesi del Nord Europa storicamente al riparo da questo fenomeno.
Come già spiegato in precedenza, l’Italia ha urgente bisogno di potenziare i sistemi di approvvigionamento obsoleti. L’oculato utilizzo delle risorse messe a disposizione dal PNRR sarà fondamentale. Sono 3,95 i miliardi stanziati per questo obiettivo, ma bisogna fare in fretta. Le richieste di finanziamento per l’ammodernamento dei sistemi di approvvigionamento idrico sono superiori alle risorse disponibili, segno che i territori hanno bisogno di intervenire per salvaguardare le famiglie e le imprese. Il governo quindi deve elaborare una strategia con le Regioni.
Al Parlamento europeo mi sto occupando dell’uso sostenibile dell’acqua in agricoltura e soprattutto della possibilità – grazie alle nuove tecnologie – di usare le acque reflue per l’irrigazione dei campi, dopo essere state adeguatamente trattate e depurate.
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