Strasburgo, 18 Gennaio 2023 – Di fronte a cinque-quattro euro lordi l’ora in busta paga, anche il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, ha riconosciuto l’emergenza salariale in Italia, testimoniata dalla decrescita dei salari italiani dal 2007 al 2020, e ancora, dalla pandemia Covid 19 fino ad oggi, con il costo della vita alle stelle che erode redditi e potere d’acquisto delle famiglie.
Positiva l’apertura di Bonomi al salario minimo. Non basta più dire: “l’Italia è a posto, l’80 per cento dei rapporti di lavoro è coperto dai contratti collettivi nazionali di lavoro”. Ci sono centinaia di contratti pirata e di accordi scaduti da oltre sei anni, e mai rinnovati, che schiacciano le buste paga verso il basso togliendo dignità ai lavoratori e alle lavoratrici trascinati verso la povertà. Anche il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha parlato della direttiva europea salario minimo nell’ultima interrogazione parlamentare, ammettendo l’obbligo per l’Italia di recepirla entro due anni dalla sua entrata in vigore.
La legge europea sul salario minimo dà indicazioni molto chiare sul buon funzionamento della contrattazione collettiva per garantire salari dignitosi. Per questo ritengo che non c’è più tempo da perdere: va applicata subito.
Non si può più continuare così, senza far nulla, magari, aspettando che la tempesta dell’inflazione, ai massimi dal 1985, passi. Proprio oggi, il Commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit, ha detto che gli stipendi devono rimanere agganciati alla inflazione per garantire salari dignitosi, altrimenti rischiamo tensioni sociali. Una posizione che mi trova pienamente d’accordo, soprattutto, se guardo lo stato in cui versano le buste paga oggi in quasi tutti i settori produttivi del mio Paese.