Su alcune delle politiche più importanti e più delicate per l’Unione europea, la Commissione europea è stata più volte colpevole di aver elaborato proposte legislative divisive, contraddittorie e controproducenti. Soprattutto in un settore, come quello agricolo, che pesa tantissimo a livello economico.
Miliardi di euro, legati al Bilancio pluriennale dell’Unione europea, vengono messi a disposizione degli Stati europei per lo sviluppo agricolo e rurale dei territori, per gli agricoltori e le aziende della filiera agricola, ittica e agroalimentare. Col Green Deal che fissa l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e le tappe di riduzione delle emissioni inquinanti nel medio termine, le risorse europee destinate al settore agricolo sono ancora più preziose.
Agricoltura, indicatori e valutazioni di impatto
In occasione dei miei interventi sulla Politica Agricola Comune e sulla Strategia Farm to Fork o sul Biologico, sono stata costretta a sottolineare l’assenza di adeguate valutazioni d’impatto, che tenessero conto delle ricadute ambientali, economiche e sociali delle proposte presentate. E l’assenza di indicatori di impatto, chiari e affidabili, per comprendere appieno le effettive ricadute dei provvedimenti legislativi.
La Politica Agricola Comune rappresenta oltre un terzo del bilancio dell’UE. Grazie alla PAC, la Commissione sostiene le attività degli Stati membri. Definendo obiettivi e risultati, spesso collegati tra loro, che vanno dalla sicurezza alimentare, al rafforzamento della protezione ambientale infine al mantenimento della capacità di sostentamento degli agricoltori e allo sviluppo delle zone rurali.
La Strategia Farm to Fork – dal produttore al consumatore – elaborata per costruire sistemi alimentari sani, equi e sostenibili sul piano economico, ambientale e sociale, avrà ricadute molto importanti sulla vita reale dei produttori e dei cittadini.
Gli indicatori di impatto, cosa sono
Gli indicatori di impatto non sono altro che statistiche – studi o analisi – che ritengo utili non solo per “sorvegliare” l’attuazione di una strategia ovvero la sua efficacia rispetto agli obiettivi prefissati. Sono convinta, infatti, che servano valutazioni di impatto (ex ante), per tenere conto degli effetti di una riforma, prima della sua approvazione, sull’ambiente, l’economia e la società.
Le valutazioni di impatto sono funzionali a rendere più credibile una proposta legislativa. Basata in questo modo su dati, analisi, studi e statistiche. L’importanza delle valutazioni d’impatto, in modo particolare in agricoltura, ha trovato ampio consenso al Parlamento europeo. La PAC riguarda miliardi di euro stanziati dal 2023 al 2027. La negoziazione è durata tre anni e mezzo, anche perché gli obiettivi erano spesso eccessivamente astratti e lontani dalle esigenze e dai bisogni di milioni di agricoltori e centinaia di migliaia di aziende agricole.
Il nodo della sostenibilità in agricoltura
La sostenibilità ambientale è di certo oggi uno degli aspetti fondamentali delle politiche agricole in ambito europeo. Le valutazioni di impatto possono giocare un ruolo decisivo per rendere una proposta legislativa realizzabile e concreta, per l’ambiente ma anche per gli operatori coinvolti.
Proprio sulla sostenibilità ambientale, la Commissione europea è stata al centro di critiche, polemiche, e scontri durissimi tra i gruppi parlamentari. Perché l’obiettivo di riduzione delle emissioni inquinanti in agricoltura è spesso sganciato dalle reali possibilità del settore.
La richiesta di ridurre l’utilizzo dei fertilizzanti inorganici e dei pesticidi è tra queste. Non è ancora chiaro come l’UE colmerà la riduzione della produzione agricola, fisiologica senza fertilizzanti e pesticidi. Con il cibo sintetico? No, grazie.
La mia posizione è molto chiara. L’ho ribadita anche in occasione del mio ultimo intervento in Plenaria.
Sono convinta che come mai prima, anche alla luce della situazione attuale che vede gli agricoltori alle prese con il caro bollette e gli aumenti record dei fertilizzanti, a causa della guerra russo-ucraina, a cui aggiungo un non ancora pieno sviluppo dell’agricoltura di precisione, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del nostro modello agricolo deve coincidere con il dovere e la necessità di nutrire il Pianeta. Scongiurando nuove carestie e nuove tensioni geopolitiche che rischiano di sfociare in nuovi pesanti conflitti.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.