Manifatture Sigaro Toscano è un’azienda e una filiera solida e di elevata qualità, orgoglio made in Italy che ho avuto modo di conoscere e apprezzare da vicino durante la mia visita del 12 aprile scorso agli stabilimenti di Lucca.
Nella tavola rotonda organizzata con gli agricoltori del tabacco, mi sono confrontata sui problemi e sulle principali difficoltà a cui stanno andando incontro, primo tra tutti i rincari dei prezzi dell’energia e dei prodotti agricoli.
La visita a Manifatture Sigaro Toscano: i numeri del tabacco
L’Europa produce circa il 2-3 per cento del tabacco non lavorato nel mondo. Il volume del commercio invece si aggira intorno al 7,5 per cento a livello globale. Il comparto, dunque, non è marginale ma con il passare degli anni la coltivazione di tabacco si è ridotta in modo costante.
In base ai dati della Commissione europea, infatti, dal 1991 al 2018 gli ettari destinati alla coltivazione di tabacco, classificato come prodotto agricolo, sono passati da 400mila tonnellate a 140mila tonnellate. Oggi sono otto i principali produttori di tabacco in Europa: Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Croazia, Francia, Ungheria e Bulgaria.
L’Italia, appunto, è tra i più importanti, con il 27 per cento della produzione complessiva del Continente. E con volumi che si aggirano intorno alle 50.000 tonnellate. Il 97 per cento del tabacco italiano viene prodotto in sole quattro regioni: Umbria, Veneto, Campania e Toscana.
Manifatture Sigaro Toscano, filiera del sigaro come modello replicabile
Durante la visita alle Manifatture Sigaro Toscano abbiamo discusso della sostenibilità economica, ambientale e sociale che per gli agricoltori del settore rappresenta sempre e comunque l’obiettivo che vogliono perseguire.
In questo contesto la tracciabilità e l’etichettatura del prodotto, dal campo alla fabbrica fino al consumatore finale, sono elementi fondamentali. Nella produzione dei sigari, e in special modo per quelli italiani, il legame con il territorio di origine resta indissolubile. Credo che questa filiera rappresenti una sorta di modello, replicabile alla produzione di altri prodotti agroalimentari. Un sistema, come ho osservato alle Manifatture Sigaro Toscano, in grado di proteggere il prodotto dalla contraffazione e dalla concorrenza sleale.
Sigaro versus sigaretta
L’attuale legislazione europea in materia di denominazione non prevede di identificare i prodotti del tabacco con sistemi certificati. Ciò per evitare di incentivare e di sensibilizzare il consumatore sull’uso di sostanze nocive, in base anche a quanto previsto dal Piano di lotta dell’Ue contro il cancro.
Fermo restando i rischi per la salute derivanti dal consumo del tabacco, ritengo importante tenere conto della sostanziale differenza tra il sigaro e la sigaretta. Sono prodotti che, per la composizione, le caratteristiche e l’utilizzo, hanno proprie peculiarità. Il sigaro è un prodotto di nicchia, la cui quota di fumatori è tendenzialmente al di sopra dei 40 anni. Mentre per le sigarette si assiste sempre di più a un uso frequente sin dalla giovane età.
Anche la quantità di consumo è diversa. Esiste un radicato uso consapevole del sigaro, grazie alla diluizione nel tempo (ci vuole circa un’ora per fumare un sigaro). Per la sigaretta, invece, il fumatore può impiegare appena 10 minuti.
Manifatture Sigaro Toscano, il valore del made in Italy
Manifatture Sigaro Toscano è un’azienda leader nella produzione di sigari a livello nazionale. Durante la mia visita, ho potuto osservare come MST sia riuscita a garantire investimenti, occupazione, avendo conservato anche la fabbrica a Cava de’ Tirreni, e gli acquisti del tabacco non lavorato italiano. Almeno fino al 2024: MST si rifornirà per il 92 con tabacco nazionale, grazie al protocollo firmato con il ministero per le Politiche Agricole.
Un’azienda che rappresenta un modello di filiera italiana d’eccellenza, attenta anche alla sostenibilità sociale e quindi agli agricoltori italiani, compresi i giovani, che intendono coltivare il tabacco.
Toccando con mano questa preziosa realtà imprenditoriale ho avuto la conferma dell’importanza delle filiere corte in agricoltura e la necessità di meccanismi di reciprocità rispetto agli standard ambientali e sociali, legati alla produzione dei beni, negli scambi commerciali con i paesi terzi. In vista della riforma della direttiva sulla tassazione del tabacco, ho proposto l’introduzione di una tassa per i prodotti importati dagli Stati che non sono in linea con gli standard europei.
Il made in Italy infatti va tutelato su almeno due fronti. L’uno interno, come ho spiegato sopra, contro forme di concorrenza sleale sempre più frequenti nel mercato europeo. L’altro esterno, dove ci sono i paesi terzi con i quali è cruciale tessere scambi commerciali equi, a garanzia dei prodotti di eccellenza.
Manifatture Sigaro Toscano, l’incontro con i produttori di tabacco
Il valore aggiunto di una filiera tutta italiana sta anche, naturalmente, nel lavoro. I produttori di tabacco, con i quali ho avuto modo di confrontarmi allo stabilimento MST di Lucca, hanno lanciato l’allarme sulla necessità di manodopera specializzata. Dall’incontro sono emersi l’annoso problema del ricambio generazionale e l’urgenza di maggiori garanzie per tutelare le aziende agricole colpite sempre più spesso da eventi catastrofici connessi al cambiamento climatico.
A livello europeo, sono convinta che, con la pandemia di Covid-19, abbiamo compreso l’enorme valore rappresentato dai lavoratori agricoli sui quali mi sono sempre spesa al Parlamento europeo perché ancora oggi tra i più esposti all’erosione dei redditi, allo sfruttamento, a forme di illegalità, abusi e incertezza.
Anche al fine di garantire una manodopera qualificata, sono convinta siano necessari dei veri e propri “corridoi verdi”, attraverso cui l’UE possa tutelare produttori e lavoratori. Cruciale resta la declinazione del principio della condizionalità sociale, previsto dalla nuova PAC 2023-2027, sulla quale continuerò a insistere. L’Italia ha preso un impegno molto importante su questo, grazie al ministro Patuanelli.
Tutela dei diritti dei lavoratori agricoli, sostegno al reddito e aiuti contro alluvioni, siccità e forti ondate di gelo sempre più frequenti. Sono, tutti, altri tasselli fondamentali per proteggere il made in Italy. Credo che il via libera della Conferenza Stato Regioni al Piano annuale della Gestione del Rischio in Agricoltura sia un importante passo in avanti per gli agricoltori italiani.
Il mio impegno per la tutela del made in Italy
Al Parlamento europeo, continuerò a concentrare tutti i miei sforzi nella tutela dei prodotti made in Italy. E continuerò a confrontarmi con eccellenze come quella delle Manifatture Sigaro Toscano, ascoltandone istanze e difficoltà.
Credo nella assoluta necessità di valorizzare aziende, filiere e prodotti di qualità. In modo particolare oggi in un mercato europeo esposto a forme di concorrenza sleale, shock economici esogeni, e la necessità di cambiamenti epocali.
Sono convinta che il ruolo degli agricoltori debba restare centrale e che vadano sostenuti e tutelati. Sono loro infatti che possono costruire modelli produttivi d’eccellenza in grado di rispettare territori e ambiente. E preservare peculiarità e tradizioni inestimabili per l’Italia e per tutta l’Europa.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, non iscritti.
Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.