Oggi (6 dicembre 2021, ndr) il Consiglio europeo dei ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali dei 27 Stati membri ha avviato i negoziati sulla direttiva salario minimo europeo.
Il Parlamento europeo tratterà sul testo della direttiva approvata a Strasburgo il 25 novembre scorso.
L’approvazione definitiva non obbligherà gli Stati membri a introdurre un salario minimo orario. Anche perché la direttiva richiama anche alla contrattazione collettiva.
Come abbiamo spiegato nelle settimane scorse, i Paesi scandinavi e quelli dell’Est preferirebbero una direttiva più debole di quella ambiziosa a cui puntano Parlamento europeo e MoVimento Cinque Stelle.
Salario minimo, serve una direttiva ambiziosa. In Italia lo chiedono i giovani
L’avvio dei negoziati europei per l’approvazione finale della direttiva è sicuramente una bella notizia. La tempestività della risposta del Consiglio tuttavia non deve illuderci sulle difficoltà di un percorso che sarà pieno di insidie. Viste le posizioni di molti Paesi scandinavi e dell’Est Europa.
Il testo del Consiglio è infatti decisamente meno ambizioso di quello approvato dieci giorni fa dall’altro co-legislatore, il Parlamento europeo. Ma noi confidiamo nella futura Presidenza francese dell’Unione europea.
Che ha messo in cima alla sua agenda l’approvazione del salario minimo e di norme efficaci contro le delocalizzazioni e il dumping salariale.
L’Unione europea deve dare una risposta chiara e forte alle grandi attese riposte dai lavoratori sottopagati, in particolare dai giovani, in questo provvedimento che deve essere ambizioso.
Come dimostrato da un sondaggio Quorum-Youtrend per SkyTg24, i giovani mettono il salario minimo al primo posto delle politiche da mettere in campo per valorizzare il loro contributo nella società del futuro.
Segno che la battaglia di civiltà per restituire dignità al lavoro è quella giusta da fare.