Plenaria – La settimana prossima sarà decisiva per milioni di lavoratori. Il Parlamento europeo prenderà in esame due misure fondamentali per ampliare i diritti sociali in Europa.
Il salario minimo europeo e la condizionalità sociale nel mondo dell’agricoltura.
Dopo il voto storico nella Commissione Occupazione e Affari sociali, la prossima plenaria dovrà autorizzare il mandato negoziale ai relatori che dovranno difendere gli ambiziosi punti chiave della direttiva sul salario minimo in seno al Consiglio.
Martedì prossimo, invece, voteremo la nuova Pac 2021/2027. All’interno è prevista la condizionalità sociale, approvata l’anno scorso al Parlamento europeo, grazie al voto decisivo del Movimento 5 Stelle.
Questo principio prevede che dal 2025 i pagamenti diretti o i premi annuali che provengono dai fondi europei saranno azzerati per chi non rispetta i contratti collettivi, la legislazione sociale e il diritto del lavoro.
Insomma, salari più alti e lotta dura contro la vergognosa piaga del caporalato, grazie al Movimento 5 Stelle avanza l’Europa sociale.
Plenaria, mandato negoziale: cos’è e come funziona?
La Commissione Occupazione e Affari Sociali al Parlamento europeo ha approvato il testo emendato sui salari minimi adeguati ed equi l’11 novembre 2021.
La proposta di direttiva sul salario minimo europeo è stata presentata dalla Commissione europea nell’ottobre dello scorso anno, dopo l’annuncio, durante il discorso sullo Stato dell’Unione, della presidente Ursula von der Leyen.
Il Parlamento europeo ha lavorato per migliorare la direttiva della Commissione europea che, ora, dopo il voto dell’11 novembre scorso, passa in Plenaria a Strasburgo.
Su decisione del presidente del PE, David Sassoli, nell’ambito della procedura legislativa ordinaria di “co-decisione”, il Parlamento europeo può avviare i negoziati con il Consiglio presentando il testo votato, in prima lettura, nella commissione competente. (Occupazione e Affari Sociali)
Viene meno la possibilità in seno alla Plenaria di presentare nuovi emendamenti alla direttiva prima del voto finale.
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