Mediante questa risoluzione che ho sostenuto, il Parlamento europeo ha duramente condannato il colpo di Stato militare che ha sovvertito il risultato delle libere elezioni dell’8 novembre scorso. Ritengo che azioni gravi come quelle a cui stiamo assistendo in Myanmar, atte a violare palesemente i principi fondanti della democrazia, debbano essere condannate e ricevere una risposta unanime, coordinata e coesa di tutti le democrazie occidentali.
In questo senso, è importante la condivisione di questo percorso con altri Paesi, come gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda, che hanno già preso iniziative risolute in tal senso, portando con urgenza il caso a livello delle Nazioni Unite.
Per questo motivo l’Unione europea fa bene ad intervenire, anche sospendendo quegli accordi commerciali che prevedono l’importazione in Europa di prodotti birmani liberi da dazi, che andrebbero ad esclusivo vantaggio delle forze armate golpiste.
La nuova Europa non potrà limitarsi ad essere un presidio di libertà e democrazia solo all’interno dei suoi confini, ma dovrà impegnarsi nel costruire una nuova governance globale basata sul rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.